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Italia Oggi

Il Veneto lo chiama solo Tai ... Passa lo denominazione sostenuta dall’assessore all’agricoltura Luca Zaia... Il comitato nazionale della vite ribattezza il Tocai... Un po’ in ritardo sulla vendemmia, ma alla fine, anche per il Veneto, il nuovo nome del Tocai è stato trovato: Tai. Sostenuta con determinazione dall’assessore all’agricoltura e vicepresidente regionale, Luca Zaia, la nuova denominazione è stata votata all’unanimità (assente il rappresentante del Friuli-Venezia Giulia), pochi giorni fa, dal Comitato nazionale per la classificazione delle varietà di vite (che, nel maggio scorso, l’aveva bocciata). Esce dal limbo, dunque, una quantità significativa di prodotto enologico veneto che veniva vendemmiato come Tocai: circa 300 mila ettolitri di vino, dei quali 60 mila imbottigliati nella sola zona a doc Lison Pramaggiore (quella al confine con l’amato-odiato FriuliVenezia Giulia). Naturalmente, soddisfatto il ministro Paolo De Castro e ancor di più l’assessore Zaia, che ha mantenuto la promessa fatta ai produttori (in tempi, tutto sommato, accettabili) di dare un nuovo nome al vino dopo i “funerali” del Tocai celebrati a Verona, al Vinitaly di aprile. Diversamente sofferta, come si sa, la stessa vicenda vista più a est, dove il Friulano non è riuscito a soppiantare del tutto il Tocai, che resterà solo appannaggio dell’Ungheria (Tokaj). Dopo anni di dibattiti, scontri e ricorsi, i consorzi a doc del Friuli-Venezia Giulia avevano trovato una posizione unitaria sulla denominazione Friulano che, pur tra un fiorire di carte bollate, era stata accolta anche dall’Unione europea. Ma i partiti ci hanno messo lo zampino e, qualche settimana fa, la regione, appellandosi agli accordi Trips, ha varato una norma che consentirebbe (il condizionale è d’obbligo) ai produttori del Friuli di etichettare con il vecchio nome il prodotto da commercializzare in Italia e con il nuovo (Friulano) l’ex Tocai destinato al mercato estero. Una follia, hanno dichiarato in coro sia il più rappresentativo sindacato regionale, la Coldiretti (che consiglia ai propri associati cli imbottigliare solo Friulano), sia Federdoc Fvg (che raggruppa quasi tutti i consorzi a doc regionali e mette il tappo sull’80% del famoso vino bianco). Felicitazioni per la scelta regionale, invece, sono giunte dalle cantine cooperative aderenti a Fedagri Fvg-Confcooperative Fvg. Nel frattempo, al Mipaaf non l’hanno presa per niente bene e ora si attende il verdetto di legittimità (già messo in dubbio dall’altro ministro, Linda Lanzillotta) e l’arrivo dei contributi a suo tempo promessi per la promozione: 4 milioni di euro, per cominciare (che ora, evidentemente, anche Zaia rivendica pro quota). “Siamo contenti che pure il Veneto sia riuscito a dare un nome al proprio vino”, dichiara Stefano Trinco, presidente di Federdoc Fvg. “Per i contributi bisognerà aspettare. Entro l’anno, sulla vicenda, si pronuncerà la Corte di giustizia europea e, solo a quel punto, si saprà quali saranno le corrette denominazioni da adottare e da promuovere”. Anche gli uffici regionali friulani confermano che, per il 2007, non se ne parla proprio di finanziamenti per l’ex Tocai e si attende il verdetto europeo quasi come una liberazione da questa matassa che, con il suo groviglio legislativo, ha avvinto tutti i soggetti della filiera vitivinicola.

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