02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

E il cibo tricolore fattura 110 mld ... Italia terza nell’Ue dopo Francia e Germania... Italiani popolo di golosi. Il settore alimentare con i suoi 110 miliardi di euro di fatturato rappresenta il 10% del valore aggiunto del manufatturiero italiano, al secondo posto dietro il metalmeccanico. Numeri che fanno dell’Italia il terzo produttore in Europa dopo Francia e Germania (il made in Italy rappresenta il 13% del fatturato dell’industria alimentare Ue) e, con il 16% di export sul fatturato, 22 miliardi di euro nel 2006 con previsione di arrivare a 24 miliardi a fine 2007, il Belpaese è al settimo posto nel mondo.

Sono questi i numeri dell’agroalimentare italiano diffusi ieri durante il convegno “Il made in Italy agroalimentare e la sfida della qualità” che si è tenuto alla Campionaria delle Qualità in corso di svolgimento a Rho-Pero. L’incontro, introdotto e coordinato da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola che ha organizzato la manifestazione, ha visto la presenza, tra gli altri, di Paolo de Castro, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Negli interventi è stata sottolineata l’importanza che ha il territorio e l’ambiente per il made in Italy, quel valore aggiunto che lo rende unico. E di rispetto dell’ambiente ha parlato Stefano Agostini, amministratore delegato del gruppo Sanpellegrini, che ha evidenziato come qualità significhi anche “rispetto dell’ambiente. Con Levissima abbiamo iniziato uno studio sui ghiacciai di alta quota, e con il gruppo abbiamo avviato una politica di riduzione dell’impatto ambientale. Tanto per iniziare il 30% delle nostre merci viaggia su rotaia, siamo il primo cliente di Trenitalia, e produciamo il 50% in meno di rifiuti solidi”.

Tra i prodotti che spiccano per peso nelle esportazioni, il vino è al primo posto con il 14,7% , seguito dalla frutta (10%), mentre il lattiero caseario, sesto con il 6,2%, è al primo posto per trend negli ultimi quattro anni con una crescita del 52,6% tra il 2002 e il 2006. Una crescita che ha interessato tutto il comparto e che lascia ancora ampi margini.

Come ha evidenziato Sandro Fedeli, presidente di Crai che ha portato l’esperienza del suo gruppo, fatto di piccoli negozi di vicinato, ma “che siamo tra le poche ad aver avuto il coraggio di andare all’estero ad aprire negozi con i prodotti italiani. Prima a Malta, poi in Svizzera e tra pochi mesi in Cina con un progetto innovativo che non prevede soltanto la distribuzione dei prodotti ma anche la sinergia con i produttori”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su