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Italia Oggi

I1 distretto del Prosecco cresce... cresce... cresce... ... Un distretto produttivo in costante crescita: è questa l’immagine che dà di sé il territorio che comprende i 13 comuni che fanno parte
del Consorzio del Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene, contrassegnato da 4.500 ha vitati da 2.800 aziende, da 460 cantine e da 153 imbottigliatori, che nel 2006 hanno venduto 49,2 milioni di bottiglie, di cui 15,5 all’estero. Dietro questo successo e questi numeri non c’è però solò un prodotto d’eccellenza come il Prosecco doc. Ci sono anni di lavoro, di condivisione di programmi, progetti, investimenti, in vigna, in cantina, sul territorio. Anche tutto questo, però, non spiegherebbe in pieno l’attuale successo di quest’area, promossa a distretto pochi anni fa e ora impegnata a realizzare un meta-distretto con altri due poli d’eccellenza veneta, quello calzaturiero e quello del mobile classico di Verona. Per capire, integrare, migliorare una realtà produttiva in costante movimento, per restare al passo con un mercato globale, che non aspetta chi si attarda. Di tutto questo si parla oggi a Solighetto di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, presenti regione, provincia, consorzio di tutela, camera di commercio, che ascolteranno in anteprima i risultati dell’annuale ricerca del Centro studi sulle dinamiche produttive e dei consumi, in Italia e nel mondo, cui si affiancherà una ricerca Astraricerche sulle macrotendenze dei consumi e sulla loro evoluzione, non solo in ambito vinicolo, che sarà presentata da Enrico Finzi. Il distretto del Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene, dunque, non si siede sugli allori, che pure sono molti. Secondo il Centro studi, il prodotto Prosecco spumante doc, negli anni, ha permesso lo sviluppo non solo di tante imprese dell’indotto, ma anche di numerose realtà turistiche: gli esercizi censiti in provincia nel 2006 erano 595 e quest’anno sono saliti a 643, per un totale di 12.300 posti letto, in buona parte realizzati negli agriturismi all’interno delle stesse aziende vitivinicole. Un turismo per lo più di qualità, quello trevigiano, motivato per la gran parte dal vino (italiani) e da arte e cultura (stranieri). Il Prosecco, dunque, come fulcro dello sviluppo di un intero territorio e delle sue attività: ma questo non basta (non può bastare) ancora. Molto deve essere fatto, perché il distretto assuma ancor più un’anima imprenditoriale, lasciando indietro una cultura più legata alla terra ma senza stravolgere i valori del passato. È quasi una quadratura del cerchio, ma i produttori sono consapevoli della necessità del cambiamento, che sarà lento, quasi generazionale, ma inarrestabile: più conoscenze di marketing, di lingue straniero, di capacità di presentarsi al mercato in modo non casuale, di tecniche commerciali sono alcune delle sfide future. Spiega Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio di tutela del Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene: “I produttori, nel loro insieme, hanno ottenuto grandi risultati negli ultimi anni; soprattutto nello sviluppo di tecniche all’avanguardia nella coltivazione del vigneto e nella lavorazione e gestione del vino in cantina. Naturale è stato il successo commerciale, in Italia e nel mondo, grazie al coordinamento del Consorzio, ma anche all’impegno delle singole aziende nel proporsi sui singoli mercati. Sappiamo però che ci sono delle criticità e su queste lavoriamo ogni giorno”, continua Vettorello, che ne cita una per tutte: superare la doppia identità della produzione del territorio, che è unica e riconoscibile e del vitigno Prosecco, coltivato anche in altri territori.

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