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Italia Oggi

Vinum Est, con 6 punti esclamativi ... Le viti di Bolsena, i calici di Enrico V e il vino che c’è! c’è!! c’è!!!... Est!.Est!!.Est!!! Non c’è vino a tavola che non divida i commensali come questo caratteristico di Montefia­scone. Per i puristi dei grandi vini viene apprezzato appena appena con sufficienza, per quanti amano il vino quotidiano da tutto pasto il vino Est Est Est è quanto di me­glio possa esprime la nostra uva italica. Siamo in provincia di Vi­terbo, nel cuore del celebrato Est Est Est, le cui colline vitate cir­condano il lago di Bolsena. D’altra parte che i dintorni di Bolsena e il paese di Montefiascone fossero legati alla produzione del vino fin da tempi antichissimi lo si può intuire anche dal nome della cit­tadina “mons” cioè monte, e “flasconis” cioè fiasco, un particolare recipiente per il vino già citato da­gli storici nel V secolo. Ci appare un paesaggio con vigneti a perdita d’occhio presenti nell’area vulca­nica del Monti Volsini, con una co­rona di crateri che raggiungono il diametro di una ventina di km, e si stagliano sul lago vulcanico più grande d’Italia. Vigne che per la particolare posizione ed esposizio­ne possono giungere a produrre a quote molto alte, anche superiori ai 500 metri, sulle alture della co­siddetta Montagna. Non c’è tavola del Viterbese o comunità religiosa che non usi questo caratteristico vino che non arriva agli 11 gradi ed i turisti di transito non possono fare a meno di acquistarne alcuni cartoni dalla storica cantina sociale, anche per l’ottimo rap­porto prezzo qualità. Il vino Est Est Est ha una sto­ria lunga che parte dal 1111, quando l’Imperatore Enri­co V di Germania con il suo seguito di militari veniva accompagnato dal vescovo Johannes Defuk, il quale, esperto di vino, faceva visitare, e degustare, dal suo scudiero Martino le varie locande e osterie lungo il tragit­to che portava a Roma. Ebbene, il fido Martino doveva scrivere “Est” (ovvero c’è) quando il vino era buono e “Est Est” quando lo reputava ottimo. Ma quando egli si trovò ad assaggiare questo amabile vino di Montefiascone non potè fare a meno di scrivere ed esclamare Est! Est!! Est! ! ! Con l’accentuazione di ben sei punti esclamativi. Il vescovo apprezzò così tanto questo vino che, conclusa la missione a Roma, si fermò a Montefiascone e vi restò sino alla sua dipartita, i cui re­sti sono oggi conservati nella chiesa di San Flaviano. Un territorio per secoli compreso all’interno dello stato pontificio e molti di questi vini ornavano le tavole dei papi: Innocenze V in un suo scritto parla dell’importanza della viticoltura e del ruolo sociale della vite in queste terre dell’alta Tuscia. Di secoli ne sono trascor­si, eppure un vino amabile come questo viterbese viene sempre apprezzato da quanti lo conoscono e lo consumano quotidianamente durante i pasti, senza distinzione di abbinamento in quanto si ac­compagna ottimamente sia con i primi che con le carni bianche o insieme all’insuperabile anguilla del lago di Bolsena. Un vino le cui uve provengono dalle caratteristiche varietà toscane come il Trebbiano toscano e la Malvasia con l’aggiunta del Rossetto o Treb­biano giallo in una percentuale del 15%. L’area produttiva com­prende i comuni che si affacciano sul Lago di Bolsena. La resa per ettaro, stante la bontà di questi terreni, può raggiungere anche i 130 qt per ettaro, senza incidere sulla qualità del vino. Si presenta di color paglierino con un sapore sapido, armonico abboccato ma non stucchevole, con sentori di mela golden e latte di mandorla. In alcune tipologie si presenta leggermente asciutto in relazione alle procedure di vinificazione.

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