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Italia Oggi

Il Tocai ora ha due identità ... Tocai in Italia, Friulano all’estero. Per ora. Un decreto Mipaaf riesuma la vecchia denominazione. Il Tar Lazio lo vuole... Tocai double face. Il vino prodotto in Friuli-Venezia Giulia avrà due identità, fino a quando la Corte di giustizia europea non deciderà definitivamente cosa fare della sua denominazione storica. Se cancellarla del tutto o lasciar vivere la tradizione. In Italia, il vino potrà essere chiamato Tocai, ma nel resto del mondo sulle etichette dovrà comparire il nome “Friulano”.
La deroga, però, riguarda i soli vini capaci di vantare designazione Vqprd (acronimo che sta per “vini di qualità prodotti in regioni determinate”, ndr).
In pratica i vini doc (a denominazione d’origine controllata) e docg (a denominazione d’origine controllata e garantita). Di conseguenza, i vini che godono della sola indicazione geografica territoriale (Igt) e che, dunque, non rientrano nell’alveo delle certificazioni Vqprd, non potranno beneficiare di questo decreto, anche perchè l’Igt non può utilizzare il nome di regioni o zone utilizzate per le docg o le doc. Per questa tipologia di prodotti, dunque, non è praticabile né la denominazione “Friulano”, né quella Tocai.

Ieri, il ministero alle politiche agricole, guidato da Paolo De Castro, ha emanato un nuovo decreto, che assicura ai produttori di Tocai doc e docg la doppia denominazione, ma come detto, solo fino al pronunciamento ultimo della Corte di giustizia europea.
Il decreto riguarda solo i vini a denominazione di origine della regione Friuli-Venezia Giulia. Infatti, il vino Tocai prodotto in Veneto ha da tempo cambiato denominazione, autonomamente in “Tai”.
“Il testo è stato concordato d’intesa tra il Mipaaf e la regione Friuli-Venezia Giulia>“, ha spiegato De Castro, che ha aggiunto: “In attesa della sentenza della Corte di giustizia europea, chiude una fase di contenzioso a livello nazionale tra i soggetti interessati”.
Il provvedimento è, di fatto, un atto dovuto dopo che il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, il 17 dicembre scorso, aveva accolto alcuni ricorsi, dichiarando parzialmente sospesa l’efficacia del decreto ministeriale del 31 luglio, che non prevedeva la doppia denominazione, ma solo quella di “Friulano”.

In quella sede i giudici amministrativi avevano disposto invece che sia lecito l’uso del nome della varietà di vite “Tocai friulano” in ambito nazionale, nonché del sinonimo “Friulano” per le aziende interessate sia in ambito nazionale che per vini destinati all’esportazione (si veda ItaliaOggi del 5/11/2008).
La querelle del Tocai ormai è una soap a puntate. Tutto nasce dalla sentenza con cui la corte di giustizia europea, seconda sezione, il 12 maggio 2005 consentiva alla sola Ungheria di fregiarsi della denominazione di vino Tocaj (procedimento C-347/03). E impediva ai produttori italiani di utilizzare le denominazioni Tocai friulano e Tocai italico.

Il testo del decreto sul Tocai - Articolo unico…
1. In esecuzione delle ordinanze del Tar del Lazio richiamate in premessa, in via transitoria, sino al pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione europea sulle cause parimenti richiamate in premessa, ai soli fini della designazione dei vqprd provenienti dalle uve raccolte nella regione Friuli-Venezia Giulia, è consentito:
a) in conformità alla normativa Comunitaria di riferimento, l’uso del sinonimo “Friulano”, così come inserito nel registro nazionale delle varietà di vite in corrispondenza della varietà “Tocai friulano B”, in ambito Comunitario e internazionale e in ambito nazionale per i produttori interessati a tale uso;
b) l’uso del nome della varietà di vite “Tocai friulano B”, esclusivamente per i vini prodotti e commercializzati in ambito nazionale.

Il presente decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

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