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Italia Oggi

Ecospray gigante nella vigna furlan ... Una super-irroratrice recupera fino al 70% dei prodotti dispersi... All’InnovAction di Udine tre progetti pubblico-privato sul vino. Innovazione per bottaie e tappatura... Innovare per competere è il nuovo comandamento aziendale per stare sul mercato. Anche nel settore agricolo e agroalimentare. Le imprese, però, non sempre hanno dimensioni e risorse finanziarie adeguate per ricercare e innovare. In Friuli-Venezia Giulia si è creata, perciò, una sinergia positiva tra ente pubblico (cofinanziatore), università di Udine (ricerca) e imprese private (cofinanziatrici), per spingere sull’acceleratore. Tre esempi di questa collaborazione sono stati presentati alla terza edizione di InnovAction, il salone dell’innovazione di Udine Fiere, chiusosi il 17 febbraio scorso. Oggetto delle ricerche: alcuni segmenti della filiera vitivinicola. Progetto EcoSpray. Poiché è noto che meno del 50% dei fitofarmaci distribuiti con le irroratrici tradizionali colpisce la chioma delle colture arboree, causando forti e costose perdite di prodotti e inquinamenti ambientali, il progetto si è posto l’obiettivo di studiare soluzioni innovative per migliorare l’efficienza applicativa e diminuire l’impatto ambientale. Il partner privato è l’Agricolmeccanica di Torviscosa (Udine) che costruisce irroratrici. La nuova macchina è già sul mercato e, durante le prove effettuate in vigna nel 2007, ha fornito risultati sorprendenti e dato prova di affidabilità. L’irroratrice a tunnel con recupero di prodotto ha caratteristiche operative paragonabili alle irroratrici convenzionali, ma riesce a recuperare il 40-70% del prodotto disperso. Ciò equivale a un risparmio di circa 300 euro/ha anno. All’acquisto, l’irroratrice a tunnel costa di più, ma si paga in tre-quattro anni, poi il recuperato è tutto guadagnato. I1 prossimo passaggio sarà la costruzione di macchine a due-tre filari, meno costose e proponibili pure ad aziende vitivinicole di piccole dimensioni.
Progetto ClimaWine. La Granzotto Impianti di Susegana (Treviso), ha chiesto la collaborazione del Dipartimento di scienze degli alimenti e di quello di Energetica e macchine dell’università di Udine per creare qualcosa di nuovo e più adatto per la climatizzazione delle bottaie. Ambienti particolari presenti in tutte le cantine più prestigiose, dove il vino viene posto ad affinare. Un locale forse un po’ di moda, ma che ha la sua ragion d’essere: se i livelli di temperatura e umidità non rispondono a determinati parametri, tutto il lavoro del vignaiolo può risultare compromesso. Perciò, la bottaia, seppure generalmente interrata, non può essere lasciata a se stessa, ma va gestita in maniera adeguata e senza improvvisazione. Inoltre, ogni cantina ha le proprie specifiche costruttive e ambientali che devono essere tenute in debito conto. E stato così sviluppato un software specifico che, nelle condizioni sperimentali di una bottaia vera, simulerà le possibili interazioni tra percentuali di umidità e livelli di temperatura e tra questo e la qualità dei vini conservati. L’obiettivo non è soltanto quello di contenere i consumi energetici della climatizzazione, ma anche migliorare il “comfort” del vino e, dunque, la sua qualità finale.

Progetto tappature. Di miglioramento della qualità del vino si occupa pure questo terzo progetto. Parliamo però di vino in bottiglia con una sperimentazione che coinvolge quattro aziende vitivinicole friulane, otto vini bianchi e cinque diversi tipi di chiusure. Premesso che in circa il 10% delle bottiglie tappate con il sughero si riscontra il “sapore di tappo” del vino, si evidenzia come gli effetti della chiusura sull’evoluzione del vino in bottiglia non sempre sono prevedibili e, quindi, gestibili. Le variabili che influenzano la qualità di un tappo, insieme alla continua innovazione che caratterizza il settore (nel 15-20% della produzione mondiale di vino si fa già uso di chiusure “alternative”), stanno dando luogo a un’offerta sempre più vasta di sistemi di chiusura. I1
progetto si propone di valutare le variabili associate al sistema di chiusura che più influenzano l’evoluzione del vino durante lo stoccaggio in bottiglia e provare l’impiego di chiusure innovative (tappi a vite o in vetro) quali eventuali alternative al sughero.

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