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Italia Oggi

Anche il Frascati doc verso un nuovo corso … I produttori del Frascati doc prodotto sulle colline dei castelli romani (circa 20 milioni di bottiglie ogni anno) hanno intrapreso un nuovo e impegnativo percorso: quello di continuare a sviluppare il miglioramento qualitativo e rinnovare l’immagine di uno dei vini bianchi italiani più conosciuti nel mondo.
A renderlo noto sui mercati stranieri hanno contribuito diversi fattori, non ultimo la vicinanza di Roma da sempre molto frequentata da turisti che spesse volte aggiungono al loro tour una tappa proprio ai celebri castelli. Il Consorzio di tutela , per bocca del suo presidente Dario De Sanctis, precisa: “Rispetto ad alcuni anni fa ci sono già stati alcuni rinnovamenti tra quali merita un cenno la produzione anche della versione “superiore” di questo vino con il grado alcolico più elevato, maggiore struttura e profumi consistenti. Ora stiamo puntando alla docg che, in aggiunta alla fascetta nazionale di controllo predisposta dal ministro De Castro nel luglio dello scorso anno, dovrebbe permettere una serio controllo della produzione. “Noi siamo fiduciosi”, aggiunge Roberto Rotelli, titolare di azienda e già componente del consiglio di amministrazione del Consorzio, se il passaggio alla docg potrà scontentare qualcuno, in particolare coloro che immettono sul mercato il Frascati a prezzi che non superano 1,5-2 euro alla bottiglia. Ma il nostro scopo è quello di riqualificare la produzione e spalmare su tutti i mercati, compreso quello italiano, il nostro vino”. Una piazza importante era e resta Roma dove la ristorazione, da sola, potrebbe assorbire un quantitativo ben maggiore ma, spiegano i produttori Giuseppe Santini e Claudio Ciuffa, a condizione che la qualità sia quella richiesta. È ovvio che anche i prezzi potrebbero aumentare rispetto a quelli attuali con maggiore remunerazione per i viticoltori. Il dibattito, dunque, ferve ed è stato al centro del convegno svoltosi nel contesto della manifestazione “Vinalia Priora” tenutasi lo scorso fine settimana. Dove sì è parlato anche del territorio e delle problematiche legate a uno sviluppo edilizio spesso disordinato che ha sottratto superfici dove potevano estendersi altri vigneti. A margine c’è anche un’ulteriore novità: durante il convegno sono stati resi noti i dati di un’ampia ricerca ampelografica su tutti i vitigni autoctoni del territorio realizzata dall’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto mentre, dal canto suo, il Consorzio sta realizzando un vigneto sperimentale per salvaguardare e riprodurre questi vigneti mettendoli a disposizione delle aziende che intendono avviare la produzione di vini ancora di più marcatamente legati al territorio.

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