02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Romagna di riscossa … Cevico tenia il rilancio dei vini tipici. Strategia a due facce per il consorzio: più volumi e qualità… trategia a doppio binario per Cevico, il consorzio che raggruppa in un sistema a rete cinque Cooperative vitivinicole romagnole, per un giro d’affari a luglio 2007 che ha sfiorato gli 81,5 milioni di curo, e che gestisce la produzione di uve di circa 4.500 agricoltori della Romagna, da Imola a Rimini, al territorio ravennate, per circa 1 milione di ettolitri di vino, di cui il 30% Doc. Oltre a perseguire il più scontato obiettivo di crescita del 10-15% in termini di volumi della produzione e dei ricavi (che dovrebbero tranquillamente superare i 90 milioni di euro nell’esercizio 2007-2008), di veduto in Italia e all’estero (il sell out di vini confezionati, il 30% della produzione totale commercializza nello scorso esercizio, dovrebbe incrementare quest’anno del 12% in Italia e del 40% nei mercati esteri, mentre quello di vini sfusi dovrebbe passare da 700 mila a 800 mila ettolitri) e di remunerazione del lavoro dei Soci, Cevico sta portando avanti un progetto di valorizzazione dei vini tipici della Romagna, il sangiovese Doc su tutti, al quale chiama a partecipare il più ampio numero possibile di produttori vinicoli della Romagna. “I vini del nostro territorio”, si rammarica Lauro Giovannini, responsabile commerciale e produzione di gruppo Cevico, “soffrono di un deficit d’immagine, in buona parte dovuta al fatto che, in effetti, nel passato si è pensato più a una produzione di quantità che di qualità. Nonostante oggi alcune cantine possano vantare vini eccellenti, un disciplinar del sangiovese Doc a maglie troppo larghe si traduce in una sovrapproduzione di vino tutelato e in un’estrema variabilità delle caratteristiche del prodotto immesso sul mercato. Per questo ci stiamo facendo promotori di una discussione fra i produttori del nostro territorio che sfoci in una modifica strutturale del disciplinare di raccolta delle uve e di produzione del sangiovese Doc e che porti a un innalzamento della gradazione alcolica da 11,5 a 12,5 gradi e a fissare parametri più stringenti in fatto di struttura, colore, profumo, area di produzione ecc.”. Al contempo Cevico sta portando avanti un lavoro di miglioramento della qualità intrinseca di tutta la produzione di vino all’interno della propria filiera, da vino venduto sfuso a quello da tavola, Igt e Doc. “Nella nuova cantina in località Masselina di Castel Bolognese, che abbiamo acquisito due anni or sono”, spiega Giovannini, “stiamo portando avanti sperimentazioni per migliorare le tecniche di vinificazione e di lavorazione in campo, i cui risultati saranno condivisi con i soci agricoltori”. Questa cantina, le cui prime produzioni di sangiovese Doc (in purezza o blended con merlot e cabernet), albana (pure in purezza o in blend con trebbiano) e pignoletto saranno immesse sul mercato a partire dal prossimo anno con il marchio Masselina con un posizionamento qualitativo molto elevato e prezzi in linea, fungerà anche dà biglietto da visita di Cevico per l’indispensabile conquista dei mercati esteri. Mercati su quali Cevico si è affacciata in prima persona soltanto da tre anni (in precedenza la commercializzazione oltreconfine era curata dal gruppo Coltiva, che fino a fine 2008 si occuperà ancora anche della distribuzione dei vini Cevico nel canale tradizionale), partendo dai paesi emergenti europei e asiatici e dove intende andare a insediarsi mediante joint venture come quella in fieri in Brasile.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su