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Italia Oggi

Voucher, salta l’asse capitale/lavoro … Buoni vendemmia. Faccia a faccia tra il presidente di Confagricoltura e il segretario generale Uila… Opposti. Per valutazione della misura, delle relative cadute sul mondo del lavoro e per visione futura del lavoro stagionale. Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, e Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila-Uil, questa riforma di fine legislatura, che introduce i voucher vendemmia, la vivono in maniera totalmente diversa. Una diarchia netta, che sorprende, nei giorni in cui da più parti si chiama alla nuova alleanza tra capitale e lavoro. Un contrasto tanto evidente, quanto mediaticamente sommerso. La riforma è stata fatta con decreto del ministro del lavoro, Cesare Damiano, in coordinamento con il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro (si veda ItaliaOggi del 15/3/2008). I sindacati non erano d’accordo. Ma la riforma il governo l’ha varata comunque. E poi, non tutti i sindacati si ribellano. La Uila sì. Evidentemente, concertazione e attività sindacale non sono attività valide per tutte le stagioni...

Le domande:

1. Cosa significano per lei i voucher vendemmia?

2. Perché è così favorevole/contrario?

3. Ogni voucher è pari a 10 euro lordi. Lo ritiene un prezzo equo?

4. Nelle tasche del bracciante finiranno solo 7,5 euro netti. Gli altri 2,5 euro serviranno a coprire spese di gestione (0,5 euro), assicurazione Inali (0,7 euro) e coperture previdenziali (1,3). Pensa che il cuneo fiscale sia incisivo?

5. Lo sa che l’importo versato all’Inps non servirà a nulla ai fini pensionistici, perché la somma è troppo esigua rispetto al minimo previsto dalla legge per avere la copertura previdenziale?
6. Crede che questa “tassa” sia giusta?

7. Ogni azienda potrà al massimo avere a disposizione 10 mila euro a vendemmia (mille buoni). Crede possa bastare?

8. Il voucher sostituisce la retribuzione. E funziona come una specie di libretto degli assegni. Il bracciante incassa il compenso dall’Inps. Pensa sia una complicazione rispetto alla retribuzione direttamente versata dal datore di lavoro?

9. Pensionati e studenti verranno utilizzati solo per la raccolta. E una nuova opportunità lavorativa, un’emersione dal nero o la precarizzazione della manodopera?

Vecchioni: è un primo passo...

1) Innanzitutto uno strumento di forte semplificazione per i datori di lavoro nella gestione di queste prestazioni lavorative: alle stesse non si applicano infatti le complesse procedure burocratiche previste per la assunzione e la gestione dei rapporti di lavoro “professionali”; sarà sufficiente una semplice comunicazione, anche telefonica, all’Inail.

2) Oltre ai motivi suddetti, riteniamo che l’introduzione del voucher possa e debba rappresentare il primo passo verso una complessiva riforma del lavoro stagionale agricolo, che nel nostro paese è fortemente penalizzato, in termini di costi derivanti dagli oneri previdenziali e assicurativi, rispetto ai partner europei.

3) Il valore nominale del voucher è stato definito sulla base delle retribuzioni rilevate dall’Istat per le attività agricole. Pur consapevoli che siamo in una prima fase di sperimentazione, riteniamo che tale comparazione debba essere rivista, sulla base dei livelli retributivi previsti per le raccolte dai contratti collettivi di lavoro, tenendo inoltre conto del fatto che si tratta di prestazioni non professionali.

4) Ricordato innanzitutto che non si tratta di “braccianti”, la retribuzione del voucher è mediamente pari o superiore a quella dei corrispondenti lavoratori agricoli; mentre complessivamente il cosiddetto “cuneo” è più ridotto.

5) Poiché si tratta di lavoro “occasionale”, non professionale e di limitata durata, è normale, in questa fase, che non possa contribuire significativamente alla costruzione della posizione previdenziale e, quindi, alla pensione.

6) Vale quanto appena osservato; non a caso in molti paesi europei alla retribuzione prevista per il lavoratore stagionale agricolo si aggiunge solo la contribuzione per la assicurazione contro gli infortuni, evidentemente irrinunciabile. Nel nostro caso dovrebbe essere ulteriormente aggiunto il costo della gestione dei voucher da parte dell’Inps.

7) Al di là del fatto se possano essere sufficienti o meno, non si vede perché una volta accettato il principio, sempre tenuto conto della limitazione agli studenti e ai pensionati, si siano posti dei limiti quantitativi.

8) Se la gestione dei voucher da parte dell’Inps sarà efficiente non vi saranno particolari problemi; una volta esaurita la sperimentazione potrà comunque essere prevista una più capillare distribuzione dei voucher, per la quale sono possibili diverse opzioni, “aggiuntive” o “sostitutive” rispetto al sistema Inps.

9) Considerato che il voucher non si applica alla manodopera agricola, non si vede proprio come possa essere causa di “precarizzazione” della stessa. Quanto al cosa rappresenti si può rispondere con un’altra domanda: quante di queste prestazioni lavorative oggi sono regolari?
Il voucher avrà certamente effetti positivi anche in termini di emersione e di regolarizzazione delle stesse. Ciò in linea con la politica di Confagricoltura che pretende la massima trasparenza nell’attività d’impresa.

Mantegazza: è una truffa!

1) La nascita, in agricoltura, di un nuova figura di lavoratore senza contratto, senza pensione né assegni familiari o indennità di disoccupazione. Una ferita grave in un Welfare state che è all’avanguardia grazie anche all’accordo del 23 luglio e all’azione dell’attuale governo.

2) Perché la ferita potrebbe non rimarginarsi e il lavoro occasionale essere esteso anche ad altre attività di raccolta.

3) Vorrei ricordare che 10 euro lordi sono il prezzo orario di ciascuno voucher. Lo sottolineo perché questo riferimento manca nel decreto e rischia di generare equivoci. Chiarito questo aspetto va detto che l’importo è mediamente più alto della retribuzione oraria in vigore per la raccolta. Bisogna essere molto ingenui per credere che le aziende pagheranno gli studenti e i pensionati più di quanto previsto dal contratto per un bracciante. Il rischio è che il voucher diventi un salvacondotto da mostrare solo in caso di controlli.

4) Altro che cuneo fiscale, si tratta di una vera e propria truffa, aggravata dal fatto di essere attuata contro la parte più debole del mercato del lavoro. Sia chiaro però che è una truffa che nasce dalle legge istitutiva e non dal decreto ministeriale.

5) Appunto, per questo si tratta di una truffa.

6) Ripeto è una truffa, non una tassa.

7) Il voucher doveva rappresentare una nuova modalità di pagamento per lavoretti occasionali: il giardino da pulire o la baby-sitter per una sera di libertà. L’importo massimo è abnorme e contribuisce anch’esso a stravolgere quel principio. Mille buoni equivalgono a mille ore di lavoro, a 25 persone che lavorano ininterrottamente per una settimana. È del tutto evidente che i voucher pagheranno in altro modo quello che è un lavoro dipendente stagionale a tutti gli effetti.

8) Oggi l’avventizio alla fine della giornata di lavoro viene pagato; è una persona spesso indigente, quello che guadagna lo spende subito e per le necessità più urgenti. Il lavoratore occasionale non riceverà salario ma buoni che dovrà cambiare in una sede Inps magari lontana qualche decina di chilometri da casa sua, una sede che è aperta solo quando lui lavora.
Più che una complicazione, questa è l’ennesima legge fatta da chi non sa come vivono la maggior parte degli italiani.

9) Tanti lavoratori stagionali travestiti da improbabili studenti e arzilli pensionati perderanno tutele e diritti. Francamente dopo tanti giusti e intelligenti provvedimenti per l’emersione del lavoro, di questo proprio non se ne sentiva il bisogno.

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