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Italia Oggi

Il Chianti classico tra clima e tecnologia ... Fertilizzanti fogliari, controllo elettronico della vigna, rapporto tra nutrizione della vite ed eccellenza delle uve. In tempi di cambiamenti climatici e di stravolgimenti delle stagioni, il Chianti Classico prova a trovare risposte e soluzioni per continuare a produrre un Sangiovese e quindi un vino di qualità. “Ci siamo interrogati”, spiega il presidente del Consorzio del Gallo Nero, Marco Pallanti, “su quale possa essere la miglior tecnologia da mettere in campo per la produzione del Sangiovese”. La nutrizione e la coltivazione del terroir tra i più famosi al mondo sono stati al centro del convegno “La Viticoltura del Chianti Classico:
rapporti tra nutrizione e qualità”, organizzato dal Consorzio Vino Chianti Classico.
Il progressivo cambiamento climatico, la difficoltà di impiantare Sangiovese in un territorio variegato come quello del Chianti insieme all’aumento di densità di nuovi impianti, sono tutti attori che possono facilmente determinare squilibri nutrizionali per la vite e il terreno che la ospita. Per questo risultano sempre più importanti applicazioni mirate. “La qualità e la tipicizzazione del nostro vino”, afferma Pallanti, “passano attraverso un ottimo equilibrio tra la pianta e il terreno. L’attuale enologia ci impone moderne conoscenze al fine di massimizzare l’originalità dei nostri vini con un perfetto stato di salute del vigneto. Uno dei problemi che abbiamo è la presenza di un terreno non omogeneo e quindi l’impossibilità di effettuare trattamenti e interventi uguali ovunque. Non possiamo considerare la nostre vigne un blocco monolitico e compatto”.
Come sottolineato durante il convegno da Andrea Manetti di Yara Vita Phosyn, un ruolo importante viene svolto dal controllo degli apporti nutrizionali della pianta durante le varie fasi di crescita, dalla fioritura alla maturazione delle bacche, attraverso i concimi fogliari. E nel controllo della qualità del prodotto interviene anche la tecnologia con il progetto Good Food dell’università di Firenze. Sensori particolari che misurano la dlinensione del tralcio, la luminosità, la temperatura del terreno e della foglia trasmettono i dati al pc dell’azienda dove è possibile momtorare la vigna e intervenire sulle variabili che incidono sull’accrescimento della bacca.

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