02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Il fisco Ue ama la birra più del vino ... Corte di giustizia... Nella diatriba sulla tassazione differenziata di vino e birra, la Corte Ue conferma l’indirizzo a favore di quest’ultima, ma resta il fatto che un’accisa più alta su un prodotto, ne determina il prezzo finale. Con la sentenza della Corte di giustizia Ue dello scorso 8 aprile che vedeva contrapposti la Commissione europea ed il Regno di Svezia, in condominio con la Repubblica di Lettonia avente a oggetto un ricorso per inadempimento, di cui all’art. 226 Ce, presentato il 14/0412005, si conferma un chiaro atteggiamento di favore per il prodotto “birra”, grazie al sistema vigente delle accise differenziate gravanti sugli alcolici. La Corte Ue giustifica l’imposizione più gravosa a carico del vino con riferimento alla differente gradazione alcolica ritenendo che il differenziale dell’aliquota diversa, pari al 6% (differenza tra il 19 ed il 25%), non sia in grado di condizionare il mercato e di creare vera discriminazione nell’utilizzo dei prodotte.
In effètti, è la gradazione alcolica che condiziona l’applicazione delle accise e di conseguenza i prezzi della birra forte e del vino di categoria intermedia ma, a parere della Corte, non a tal punto da realizzare un’indiretta ma efficace protezione della vendita della birra rispetto al vino, come indicato dal secondo comma, dell’art. 90 Ce. Peraltro, è la stessa Corte Ue che richiamando una sentenza del 1980 evidenzia che non è necessario, ai fini dell’applicazione delle disposizioni, di cui al richiamato art. 90 che venga fornita una prova statistica di effetti protezionistici di un regime di imposizione interno allo stato membro, ma che è sufficiente l’accertamento di un meccanismo fiscale che per proprie caratteristiche causi detti effetti.
Pur tuttavia, confermando l’esistenza di un’applicazione differenziata delle accise sul prodotto che incidono necessariamente sulla formazione dei prezzi (la variazione del 6% non può essere considerata residuale o non incidente) creando inevitabilmente un’incidenza sulle scelte del consumatore, la Corte è costretta ad ammettere, in chiusura della sentenza, che la Commissione non è riuscita a provare in. modo “giuridicamente” sufficiente, la presenza di effetti a protezione del prodotto birra”. E chiaro a tutti, però, che l’incidenza di un tributo (accise) più alto su un prodotto rispetto a un altro, anche se riferibile a una categoria intermedia con titolo alcolometrico identico, ne determina il prezzo e rappresenta una valida alternativa di scelta per il consumatore finale, dovendo considerare gli stessi in perfetta concorrenza tra di loro.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su