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Italia Oggi

Troppa burocrazia per il piano del Chianti ... Troppi adempimenti, troppa burocrazia e tempi troppo stretti per la realizzazione dei progetti. Il Piano di sviluppo rurale del Chianti offre opportunità di finanziamenti alle imprese del territorio, ma presenta troppe criticità. I limiti del Psr sono emersi in settimana nel corso di un convegno in cui è stato presentato il piano a San Casciano Val di Pesa.
Si tratta di uno strumento che fa leva sulla multifunzionalità dell’azienda agricola e pone al centro le agroenergie per sviluppare a fianco della consolidata produzione vitivinicola locale, lo sviluppo delle imprese agricole che operano nell’area Chianti.
Il Psr entra adesso, se con ritardo di oltre un anno a causa della Commissione Ue rispetto all’approvazione del 2006 da parte della Regione Toscana, nella sua fase operativa ed è un piano con un regolamento molto più essenziale e dove mancano condizioni e indicazioni di dettaglio. Complessivamente, sono previste misure per ammodernare le imprese agricole e migliorarne la competitività per circa 8,8 milioni di euro (3,5 perla sola comunità montana), 6,8 dei quali disponibili. L’iniziativa ha voluto spiegare i contenuti dei bandi per le opportunità di finanziamento in settori tradizionalmente non propri dell’azienda agricolo, come quello dei servizi e della produzione di energie rinnovabili. A questo proposito il direttore della Banca del Chianti fiorentino, Andrea Bianchi, che ospitava l’iniziativa, ha voluto sottolineare come la missione dall’istituto di credito chiantigiano sia di sostenere lo sviluppo del territorio e tra questi, settore imprescindibile, è l’agricoltura con agriturismi e agroalimentare.
La banca ha promosso pacchetti dedicati proprio alle energie rinnovabili, al recupero del territorio e alla certificazione di olio dop. Tra gli aspetti negativi sono stati messi in evidenza i tempi ristretti per le realizzazione delle opere, solo 12 mesi dalla presentazione della domanda, soprattutto se si pensano alle lunghe attese dovute a una burocrazia che impone l’autorizzazione di Regione e Provincia e che quindi rischia di far slittare l’inizio dei lavori. il Piano di sviluppo prevede interventi in particolare per la sicurezza sul lavoro e per il miglioramento ambientale, sia attraverso il risparmio energetico, sia con la produzione di energia per uso aziendale (biogas, biomasse, solare ed eolico) e sia con il miglioramento fondiario con impianti irrigui ad alta efficienza. Previsti anche contributi per il miglioramento della qualità delle produzioni agricole e dell’igiene e benessere degli animali.

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