Italia Oggi

Il bio vino di Moncaro in Italia ... Il. successo ottenuto all’estero, in particolare in Germania, Gran Bretagna e Olanda, con la sua linea di vini biologici Geos (un rosso piceno Doc e un verdicchio dei castelli di Jesi classico) ha convinto Terre Cortesi Moncaro, la più grande cooperativa marchigiana del settore vitivinicolo con 1.180 i soci, 1.705 ettari di vigneti, e un fatturato nell’esercizio
2006-2007 di 20,4 milioni di euro, a proporla anche nel nostro paese.
“Abbiamo recentemente siglato accordi di fornitura dei nostri vini biologici con diverse imprese della gdo nazionale e locale, in primis Coop Italia e Conad”, dichiara a ItaliaOggi Doriano Marchetti, presidente di Terre Cortesi Moncaro, “tanto che prevediamo di poter raddoppiare a breve i ricavi realizzati con questa nostra produzione, pur di nicchia, considerato che finora ha contribuito per non più del 2,5% ai ricavi complessivi con circa 200mila bottiglie su una produzione annua totale di 11 milioni di pezzi”.
Un passo, quello di Terre Cortesi Moncaro, di spingere sul biologico, coerente con la scelta, portata avanti fin dagli anni 80, della coltivazione a basso impatto ambientale della vite (oggi quasi tutta la superficie coltivata a vigneto applica il regolamento Cee 2078/92, mentre oltre 60 ettari rispettano le norme Ifoam e il regolamento Cee 2091/91 sull’agricoltura biologica), che nell’ultimo decennio ha consentito all’azienda di conquistare la fiducia dei buyer stranieri.
Non per niente oggi il 65% dei ricavi aziendali sono realizzati all’estero (per il 90% nell’Europa centro-settentrionale e per il 10% in Giappone, Stati Uniti e paesi emergenti).
E dell’ulteriore crescita del fatturato prevista per l’esercizio 2007-2008, buona parte sarà riconducibile a un incremento delle esportazioni dei suoi vini da vitigni autoctoni marchigiani, verdicchio in testa. “Per quest’anno”, evidenzia Marchetti, “abbiamo messo a budget una crescita dei ricavi del 4%, ma nei primi tre mesi abbiamo già registrato” un trend del +8%. Sensibile sarà l’aumento del fatturato sviluppato in Svezia in conseguenza dell’inserimento nel monopolio di quel paese di altri due nostri vini”.