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Italia Oggi

Vino, tradizione di famiglia ... La vita, la carriera e i gusti di Lucia Barzanò, titolare dell’azienda agricola Il Mosnel. Da mia madre ho ereditato il mestiere e la passione. Amo combinare i calici con specialità gastronomiche e musica... Bella la Franciacorta. Per chi non ci fosse mai stato è una terra
dolce, ondulata, coperta di vigneti e innervata di strade che uniscono l’industriosa Brescia alle placide sponde del lago d’Iseo. Sulle colline sorgono qua e là piccoli borghi fatti di
case basse, lampioni, viuzze, ma soprattutto di cantine. Uno di questi paesini si chiama Camignone, e negli ultimi due secoli la sua storia si è intrecciata con quella dell’azienda agricola Il Mosnel. Tutto comincia nel 1836, quando Rosina Rosa Cacciamatta, l’ultima della casata nobiliare che proprio a Camignone aveva i suoi possedimenti, sposa Pietro Barboglio, dando inizio a una tradizione vitivinicola che ha visto le donne della famiglia alimentare di generazione in generazione l’attività di produzione del vino Franciacorta. Ora è il turno di Lucia Barzanò, che all’interno dell’azienda di cui è titolare si occupa prevalentemente di marketing e strategie di comunicazione.
“Ho la fortuna di fare un lavoro bellissimo”, ammette sorridendo Lucia Barzanò, “che ho intrapreso per sorte, ma che poi ho scelto di continuare per amore. Devo questa passione a mia madre, Emanuela Barboglio, che fondò l’azienda negli anni 60. Fin da piccola era un piacere camminare in mezzo alle vigne, partecipare alla vendemmia, assistere alla pigiatura. Ora quella passione è diventata la professione mia e di mio fratello Giulio, e nonostante tante cose siano cambiate, uno degli aspetti che più mi affascina di tutto il processo necessario alla produzione del vino è ancora l’imponderabilità di alcune variabili. Puoi perfezionare i passaggi, dotarti della migliore tecnologia, fare del raggiungimento dell’eccellenza il tuo obiettivo, ma ci sono dei fattori ambientali che proprio non puoi controllare. Qual è il nostro segreto? In linea di massima facciamo vini che
prima di tutto piacciono a noi. Sarà poco marketing oriented”, scherza Barzanò, “ma siamo piccoli e possiamo ancora permettercelo!”.
Oggi però per fare i viticoltori non basta avercelo nel sangue. Vivendo in una realtà globale in cui il vino italiano è diventato vero e proprio ambasciatore del Belpaese, è richiesta una serie di conoscenze che a volte vanno al di là dell’esperienza maturata nell’azienda di famiglia. “Molte cose le ho imparate sul campo, certo, ma ho anche frequentato dei master per approfondire soprattutto l’aspetto gestionale del mio lavoro. Sono stata per esempio a Trieste alla Mib School of management per un anno e mezzo, un’esperienza magnifica. Ho capito quali sono le regole comuni per agire nei vari mercati a livello internazionale e le peculiarità tipiche dell’Italia e di altri paesi stranieri. Innovare è importante”, continua Barzanò, “ma per quanto riguarda il nostro Franciacorta non lo è tanto sul piano del prodotto, che deve rispettare la tradizione, quanto su quello dei sistemi di produzione e, quando possibile, del packaging. Siamo stati sempre molto tradizionalisti anche sulle bottiglie, ma a partire dal 2005 abbiamo deciso di creare un punto di discontinuità, affidando l’ideazione delle nostre etichette a designer di fama e a nuove promesse della grafica industriale. Quest’anno, per la seconda edizione del premio “Una questione di etichetta” abbiamo coinvolto dieci giovani designer che vestiranno con le loro creazioni una cuvée di Franciacorta de Il Mosnel, prodotta in un’edizione limitata di solo 360 bottiglie magnum. Le proposte grafiche saranno valutate da una giuria di esperti di design, del mondo vinicolo oltre che di rappresentanti istituzionali, e quella che sarà risultata vincente, a luglio, diventerà l’etichetta ufficiale dell’annata 1998”.
Il vino per Lucia Barzanò non è solo una professione. E anche un modo per rilassarsi e per coccolare gli amici. “Mi piace creare atmosfere, combinando calici con specialità gastronomiche e musica. Una dei miei abbinamenti preferiti? Il pesce crudo si sposa meravigliosamente con un bicchiere di vino rosé, mentre in sottofondo suona il pianoforte di Keith Jarret”.

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