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Italia Oggi

Burocrazia
nemica
del buon vino ... Troppa burocrazia e troppa frammentazione delle aziende bloccano la “fermentazione” del vino. L’accusa arriva da Assoenologi, nei giorni scorsi a Venezia per il congresso nazionale che sarà ricordato come quello della “svolta” in cui si è messo il dito nella piaga in un settore in cui pesa la polverizzazione delle aziende e il rallentamento imposto dalla burocrazia legata ai controlli e alle verifiche. “La superficie media vigneto/azienda italiana è di 2 ettari, contro i 7 della Francia e gli oltre 300 di Australia e Cile - ha detto il presidente di Assoenologi, Giancarlo Prevarin -. Su oltre 300 mila imbottigliatori italiani, oltre il 75% colloca i propri prodotti all’interno dei confini nazionali e, delle oltre 5 mila aziende che esportano, solo poche centinaia mandano all’estero più di un container all’anno”. A questo si aggiunge il peso di una burocrazia ingombrante che riguarda 21 enti deputati ai controlli nelle aziende, per i quali “ogni anno un enologo deve dedicare il 26% del suo tempo per riempire carte, moduli e fare relazioni”, ha spiegato il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli. Secondo Martelli “i dati relativi al vigneto Italia sono incompleti e fermi al 2005, in particolare per le Denominazioni di origine”, che in Italia sono 352 e coprono il 30% della produzione totale. Denominazioni che sono un’a1tra nota dolente. “Sono troppe - ha detto Martelli -90 Doc sfruttano meno del 50% del loro potenziale e da una nostra analisi risulta che 7 non hanno prodotto mai neanche una bottiglia, esistono solo sulla carta”. Martelli, ha sostenuto la necessità di cambiare anche a “costo di essere impopolari” perché troppo spesso, “le opportunità del nostro vino sui mercati internazionali vengono seriamente ostacolate dalla frammentazione, dagli interessi di parte, dalla burocrazia, da scoordinati controlli, e dalla paura cli uscire dal guscio”.
Secondo i dati di Confagricoltura, con oltre 10 miliardi di euro di fatturato nel 2007 (il 9,7% di tutto il settore alimentare); quasi 44 milioni di ettolitri la scorsa vendemmia (il 17,6% della produzione mondiale); un +7% in valore dell’export arrivato a quota record di 3,4 miliardi di euro, e +0.2% nei volumi, il vino è uno dei simboli indiscussi dello stile made in Italy ed è tra le principali fonti di reddito dell’economia italiana.

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