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Italia Oggi

L’OCM vino ha i crismi dell’ufficialità ... In Gazzetta UE... Tutela dei consumatori attraverso una disciplina univoca sulle informazioni obbligatorie e facoltative in etichetta per vini comunitari e per quelli d’importazione commercializzati nel territorio Ue; tassazione degli impianti illegali ante 1° settembre 1998 se non regolarizzati o estirpati; ripartizione in dotazioni nazionali degli aiuti destinati alla distillazione per promozione del prodotto all’estero e per la ristrutturazione e modernizzazione di vigneti e cantine; maggiore elasticità nella gestione delle riserve nazionali e regionali per migliorare la gestione del potenziale vitivinicolo, dando priorità ai giovani produttori di vino impegnati nella fase di start up dell’azienda. E’ questa la formula proposta dal regolamento Ce n.479 del 29 aprile scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue n. L148, per risollevare il mercato vitivinicolo comunitario, penalizzato sul fronte delle esportazioni dalla presenza di competitors agguerriti come Australia e Stati Uniti. Una riforma quella messa a punto dalla Commissione che dovrebbe, a parità di costi, dare nuovo impulso alla competitività delle aziende del settore. Tre sono le linee direttrici attraverso cui raggiungere l’obbiettivo di stabilità del mercato. In primis, l’eliminazione degli aiuti inefficaci e costosi, come quelli per la distillazione o per il magazzinaggio privato, a favore di misure per l’innovazione tecnologica del settore e in genere l’integrazione fra l’attività agricola e il territorio, trasferendo una parte dei fondi allo sviluppo rurale. Poi, un’attenta politica sull’etichettatura dei prodotti che riconoscendo priorità all’informazione del consumatore rispetto alla tutela della qualità, consente, fra l’altro, ai vini senza indicazione geografica di poter menzionare uvaggio e annata. Infine, per tutelare la qualità del prodotto vengono stabilite misure dissuasive per la commercializzazione di vini prodotti da impianti illegali, imposti dazi all’importazione per succhi e mosti d’uva di provenienza extra Ue e favorito l’accesso alle riserve nazionali e regionali ai giovani agricoltori e ai vitigni che manifestano maggiore appeal sul mercato.

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