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Italia Oggi

La docg Asti viene estesa ad Asti città ... Spumanti... Dalle uve moscato “bianco” coltivate nel vigneti del basso Piemonte che rientrano nel disciplinare di produzione hanno origine circa 70milioni di bottiglie dl Asti spumante e una dozzina di moscato, entrambi docg. Negli anni scorsi le vendite subirono un notevole calo legato anche all’abbassamento della qualità ma tra il 2006 e il 2007 il trend positivo è ripreso stando almeno alle statistiche ufficiali. I produttori del vino dolce italiano per eccellenza sono protesi nella difesa del loro patrimonio enologico, e si direbbe che ne sono quasi gelosi e oltretutto diffidenti verso le novità. Fatto che è avvenuto In questi giorni. Un decreto del 5 maggio firmato dall’ex ministro De Castro ha allargato la zona di produzione dell’Asti docg e del moscato al territorio del comune di Asti.

Un’entità lieve di circa 20 ettari che ha provocato la reazione in primis, della “Produttori Moscato d’Asti Associati”, sodalizio che raccoglie circa 2300 aziende di cui 850 associate in 8 cooperative di trasformazione che presenterà ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento del decreto. Il motivo? Lo spiegano Giovanni Satragno presidente della “Produttori” e il direttore Angelo Dezzani; “Non è tanto la ventina di nuovi ettari già piantati ad Asti (il vino imbottigliato attualmente è il Moscato-Piemonte, ndr) che ci preoccupa quanto piuttosto il notevole potenziale di espansione che in futuro le colline del capoluogo possono rappresentare. Ci sono altri 550 ettari attivi e le stesse colline di Asti offrono enormi potenzialità di incremento. Allentandosi il sistema regolamentare oggi in vigore ci potrebbe essere, in futuro, un balzo notevole della superficie destinata a “garantita”. Secondo il Consorzio di tutela, invece, la richiesta di ampliamento della docg (da ricordare che la “Zonin”, 1800 ettari in 7 regioni italiane che la qualifica come la più grande della penisola, è proprietaria proprio ad Asti della “Castello del Poggio” con un consistente numero di vigneti) è legittima e “non saranno possibili richieste di ulteriori ampliamenti”.

Proprio la presenza della “Zonin” ha sollevato qualche pettegolezzo, ma la “Produttori” precisa che il ricorso non è diretto contro nessuno. Anzi si apprezza la presenza di aziende non locali che possono fare da “stimolo e traino per l’imprenditoria locale”.

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