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Italia Oggi

Di vino ...

Il Passito Peregiino del Novarese...

Il suo nome è “Peregrino”. È il primo Passito rosso del Novarese dove nasce il Ghemme docg Lo produce Marco Arlunno viticoltore di Ghemme che lo chiama, non avendo disciplinare, “Vino da tavola rosso da uve stramature. Ha origine dall’appassimento naturale dal vitigno Uva Rara in purezza per tre/quattro mesi in solaio sui graticci con una resa del 20%, cioè da un quintale di uve si ottengono 20 litri di vino. La pigiatura è mirata a separare l’acino dal racimolo secco evitando l’apporto di tannini sgradevoli seguita da breve macerazione, torchiatura delle vinacce e lunga fermentazione alcolica a basse temperature in piccoli fusti di rovere per preservare gli aromi dell’uva e aumentare il bouquet. Segue l’affinamento in barrique usata. Il successivo affinamento in bottiglia dura tre mesi. La possibilità di invecchiamento può arrivare fino a cinque anni e arriva fino a 14 gradi alcolici. Finora ne sono prodotte circa mezzo migliaio di bottiglie con buon successo di vendite.

Il ritorno dello Champagne Rosé...

Torna di moda lo Champagne Rosé. Dopo una ventina d’anni. Si tratta di uno Champagne Brut nel quale è stato aggiunto un po’ di vino rosso all’assemblaggio. Più raramente, il colore rosato può essere ottenuto anche lasciando fermentare il succo con l’uva. Lo Champagne Rosé è un vino da aperitivo ma è anche perfetto per i crostacei arrostiti e i pesci fumati. E c’è chi lo consiglia occompagnato al prosciutto. Anche se risulta piacevole accostato a un dessert alla frutta rossa, con cui offre una fine di pasto rinfrescante. Fu raffinato nel XIX secolo. Madame Clicquot, che non perdeva mai un colpo in fatto di mode e tendenze, si cimentò nella sua produzione nel 1804. Vennero anche altri produttori. Poi, dopo un periodo di elevata domanda, ripiombò nella mediocrità Oggi sembra voler tornare nei calici...

Il Dolcetto di Ovada ha la sua docg...

Il Dolcetto di Ovada ha ladocg. È il secondo Dolcetto piemontese doc che diventa docg dopo quello di Dogliani. Come avviene per quest’ultimo anche il Dolcetto di Ovada “Superiore” si potrà chiamare semplicemente “Ovada” dando maggior rilevanza al territorio in cui ha origine. Il Comitato vitivinicolo ha dato l’ok alla nuova “docg” in questi giorni e, per facilitare i viticoltori, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avverrà a soli
30 giorni in modo tale che i produttori già dalla prossima vendemmia possano stabilire quali uve destinare alla garantita. Sul Dolcetto, 11 doc in tutto disseminate nel basso Piemonte, è in fase di attuazione un grande progetto di rilancio in cui è stata coinvolta anche la regione.

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