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Italia Oggi

Dal tessile
al vigneto bulgaro ... I Miroglio di Alba... Insieme al tessile il vino. Un ramo della famiglia Miroglio di Alba che fa capo a Edoardo Miroglio, figlio di Franco Miroglio, scomparso da poco, uno degli artefici del successo della “Vestebene”, non ha resistito al fascino del nettare e al business che ne può derivare. Ma, come già avviene per il noto gruppo tessile di cui è azionista e amministratore, per operare Miroglio ha scelto l’estero e, in questo caso, la Bulgaria. In quella che al tempo dei Romani era la Tracia a sudest del paese, già alcuni anni fa ha acquistato circa 220 ettari di terreno che ha destinato per la maggior parte a vigneto. Puntando su vitigni autocloni considerati di notevole pregio e di cui serve soprattutto il mercato nazionale. Si tratta del Mellnick, il Navrud, il Bouchet e il Rubin, alcuni “rossi” e altri “bianchi” di buona struttura e grado alcolico. Finora, conferma l’enologo Marco Monchiero che segue l’azienda, sono entrati in produzione circa 140 ettari mentre un’altra settantina si dovrebbero aggiungere il prossimo anno. I “bianchi”.
spiega ancora l’enologo, si sono rivelati subito di buona qualità mentre i “rossi” sono destinati a migliorare ulteriormente entro il 2010. In totale la produzione è di circa 600 mila bottiglie. Per dare risalto, se vogliamo dire anche mediatico, alla gamma, l’azienda ha immesso sul mercato anche lo spumante metodo champenosis che lo stesso Edoardo Miroglio ha voluto intitolare a se stesso rimarcando quello stile di protagonismo che caratterizzava già il padre che fu anche senatore della Lega nord. Lo spumante “Edoardo Miroglio” viene prodotto con uve pinot noir coltivate sempre in Bulgaria e dalla tenuta “Carretta” di Piobesi d’Alba, pure di proprietà della famiglia, quasi a sottolineare anche il legame con la terra di origine. Ma “business” innanzitutto, sottolinea Edoardo Miroglio, e con risultati rilevanti: in Bulgaria la produzione del vino è ancora aggiornata ai nuovi standard tecnologici e l’arrivo di un viticoltore italiano ha segnato anche un punto di svolta in termini di qualitativi ed è molto apprezzato da ristoranti e dall’intero indotto turistico che sta nascendo. Ora si vuole arrivare ad almeno 1,5 milioni di bottiglie sfruttando al massimo le risorse di un terreno che pare sia l’ideale per la viticoltura. La nuova frontiera dell’Est è insomma, all’inizio.

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