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Italia Oggi

Il premio che costa ... Via ai fondi per chi espianta il vigneto. Ecco il decreto. Zaia: preoccupato per il patrimonio italiano... Da mercoledì scorso è possibile per gli agricoltori espiantare i vigneti e avere un premio finanziario.
E’ quanto stabilito dal decreto del ministero delle politiche agricole, firmato il 23 luglio dal ministro alle politiche agricole, Luca Zaia, per adeguarsi al regolamento emanato dall’Unione europea lo scorso 30 giugno. Ma il decreto, che recepisce l’Organizzazione Comune di mercato (Ocm) del vino, non piace a nessuno. Tantomeno allo stesso ministro Zaia, che ha dovuto firmarlo per dar seguito agli obblighi imposti dalla riforma europea dell’Ocm vino.
“Dobbiamo attuare l’Ocm vino conservando le identità territoriali che sono l’essenza del nostro patrimonio enologico e quindi dei nostri vini. Ci siamo attivati per fare in modo che l’Italia si avvalga di tutte le possibilità per bloccare la misura proposta dall’Unione europea ed evitare una riduzione troppo sensibile del patrimonio nazionale”.
Per l’Italia il plafond stabilito per il triennio 2009-2011 è di 58.435 ettari. Ogni singola Regione non potrà estirpare oltre il 10% della superficie a vigneto coltivata nel proprio territorio. Il provvedimento, frutto anche di un accordo con la Conferenza Stato-Regioni, offre la possibilità ai viticoltori di presentare domanda, con la dichiarazione di raccolta delle uve, entro il 15 settembre di ogni anno agli Organismi pagatori per ottenere i premi, decrescenti nel corso degli anni, calcolati sulla base della resa storica del vigneto. Le varietà di uve da vino sono classificate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, in seguito a un’intesa con il Mipaaf.
I requisiti richiesti per presentare le domande e beneficiare del premio sono stati stabiliti dall’Agea. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha riconosciuto alle Regioni la possibilità di escludere alcune zone coperte da vincoli ambientali. Se le domande presentate nell’Unione europea supereranno il plafond stabilito per ogni campagna, la Commissione europea potrà stabilire ulteriori riduzioni per ciascun Paese. In Italia, gli ettari coltivati a vigneti sono 730mila e 439. Al primo posto c’è la Sicilia con l28mila ettari, seguita dalla Puglia con l05mila, il Veneto con 72mila, la Toscana con 62mila, l’Emilia Romagna con 61mila e il Piemonte con 55mila ettari. Tra le reazioni negative, quella dell’associazione Città del Vino per la quale sono a rischio i vigneti storici dell’Italia. Anche per i tempi ristretti, 24 ore, concessi alle Regioni per adeguarsi al decreto e stilare l’elenco completo, ed eventualmente aggiornato, degli stessi vigneti da salvare che dovrà essere presentato al ministero entro lunedì.
“Rischio altissimo per la perdita del patrimonio vitivinicolo italiano”, sottolinea il presidente delle Città del Vino, Valentino Valentini, “perché è assolutamente impossibile che le Regioni riescano entro domani (ieri ndr) ad aggiornare gli elenchi già esistenti. Assoluta necessità, dunque, di allungare i tempi perché il nostro patrimonio vitivinicolo possa essere salvato”.
E cita un paradosso. “Se tutti i produttori delle Cinque Terre decidessero di espiantare i meravigliosi e storici vigneti che caratterizzano in modo inconfondibile la bellezza e la peculiarità di uno dei paesaggi vitivinicoli più belli d’Italia, la Comunità Europea finanzierebbe questo incredibile atto? La risposta è sì”.

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