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Italia Oggi

Una pioggia di aiuti sui vigneti ... Oltre 110 milioni di euro per ristrutturazione e riconversione. Decreto Mipaaf premia chi investe nella qualità. Importo medio previsto: 8.600€ per un ettaro... Oltre 110 milioni di euro a disposizione per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti. È quanto prevede un decreto Mipaaf approvato giovedì dalla Conferenza stato-regioni e ora alla firma del ministro per le politiche agricole Luca Zaia. Il provvedimento può definirsi la misura di punta per lo sviluppo futuro del comparto vitivinicolo nazionale. La più importante in termini percentuali rispetto alle altre previste dal programma d’intervento nazionale per utilizzare la dotazione comunitaria (circa il 29% del totale) e oltre la media degli aiuti registrati nell’ultimo quinquennio. Sicuramente strategica, perché attraverso la sostituzione delle viti si attua un miglioramento dello standard produttivo e quindi, assieme alla misura sulla promozione, può dare nuova spinta alla competitività delle aziende. Decisamente essenziale, perché il vigneto è vivo e ogni anno perde circa un 3-4% del suo patrimonio. Quindi, per non depauperarsi, deve essere rivitalizzato piantando nuove vigne, meglio se di qualità superiore. Forse qualche perplessità desta l’importo medio previsto ad ettaro che non può superare gli 8.600 euro per tutte le regioni e province autonome tranne quelle di Convergenza, per cui sono previsti 9.500 euro a ettaro. Un importo un p0’ basso se si pensa a interventi che toccano i 25 mila ettari. Logico, però, in un’ottica di selezione, fra chi ha già deciso di investire nella propria azienda e ha solo bisogno di avere un incentivo, e chi, orienta la produzione secondo logiche utilitaristiche poco inclini alla qualità.
Un passaggio sul ruolo delle regioni. Queste scelgono l’area o le aree dell’intervento, possono decidere di limitare i benefici ai produttori i cui vigneti ricadano nelle zone dei disciplinari di produzione dei vini a denominazione di origine o a indicazione geografica, decidono se l’aiuto è erogato in modo forfetario o dietro rendicontazione e possono aumentare la superficie minima prevista per ottenere il contributo. Quest’ultima è fissata a 0,5 ettari per ogni domanda di contributo. Le deroghe sono varie. In primo luogo, le aziende che partecipano a un progetto collettivo o che hanno una Sau vitata di almeno un ettaro, abbassano la superficie minima a 0,3 ettari. Poi altre ipotesi di deroga possono aversi per le zone che hanno: almeno 500 metri di altitudine, esclusi gli altipiani, una pendenza di almeno il 25%,siano terrazzate o zone individuate come particolari dalle regioni e province autonome.

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