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Italia Oggi

In Toscana coop contro il Palazzo ... Fedagri-Vino... “Ci sono stati scandali e vicende negative che hanno coinvolto il vino toscano. Ma che è stato fatto per difendere e promuovere l’immagine del sistema vitivinicolo della regione?”. La domanda polemica arriva da Francesco Colpizzi, presidente di Fedagri-Vino Toscana e presidente della cooperativa Castelli del Grevepesa, 180 soci, 45 anni di vita. Quello che manca è una efficace campagna di comunicazione ed “ecco che occorre un intervento forte della pubblica amministrazione a supporto dell’attività dei consorzi”. In Toscana, “per la prima volta”, evidenzia Colpizzi, “all’interno di Federdoc è nata la federazione regionale dei Consorzi di tutela del vino. Un segnale per sottolineare quanto sia importante unire le forze e dal quale possono nascere sinergie significative soprattutto in termini di promozione e di marketing”. Con 126 milioni di fatturato nel 2007, 550 mila quintali di uva conferita, 4.800 soci e 13 cooperative associate, un terzo del vino toscano passa attraverso Fedagri-Confcooperative. “Con la formula cooperativa”, continua il presidente “con la forza dei viticoltori si possono esprimere condizioni di maggior competitività. Cooperare vuol dire lavorare insieme, un sistema che aveva caratterizzato la viticoltura toscana negli anni scorsi”.

Ed è uniti che si vince, secondo Colpizzi, la vera sfida, quella che si gioca sul tavolo della promozione. “La Campania ha reagito. Sono stato in aereo a Londra e appena sceso sono stato attratto da un immenso cartellone pubblicitario sulle bellezze campane. Ma la Toscana che ha fatto dopo tutto quello che è successo di recente”? I problemi che hanno colpito il settore vitivinicolo
toscano devono, dunque far riflettere.

“Per una volta tanto non si hanno questioni legate ai prezzi troppo alti. Ci sono problemi legati all’immagine. I vini francesi sono più costosi dei nostri, ma lo Champagne ha performance eccellenti grazie a tutto quello che gli è stato creato intorno. I toscani, grazie al loro savoirfaire e alle loro capacità sono in grado di fare altrettanto”.

I temi su cui occorre lavorare non sono tanto quelli della qualità. “Oggi un vino di qualità sì fa ovunque, in Australia, in Cile e spesso con costi inferiori ai nostri”. Ma soprattutto quelli dati dal valore aggiunto di un prodotto. “Il successo del sistema vino toscano dipenderà dalla capacità di coniugare il saper produrre qualità con la tipicità che solo il nostro territorio sa esprimere in termini di emozioni, suggestioni che si provano quando si stappa una bottiglia”.

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