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Italia Oggi

Vini, sul Nobile ancora polemiche ...
Il consorzio: tutto superato. Ma restano sospesi i nuovi esportatori... Strascichi per la vicenda Montepulciano, dopo che la Ttb ha bloccato le importazioni per sospetta frode... Nonostante la pausa di Ferragosto, il ministro per le politiche agricole Luca Zaia è stato impegnato per trovare una soluzione alla vicenda del Nobile di Montepulciano dopo che la Ttb (Alcohol and tobacco tax and trade bureau), l’agenzia federale americana, ha bloccato le importazioni del noto vino toscano per le annate 2006 e 2007: un vino che rappresenta un segmento di rilievo dell’enologia regionale con 27 mila ettolitri di prodotto adatto a diventare docg, La notizia del provvedimento, a quanto risulta, era stata pubblicata la scorsa settimana dal sito della stessa agenzia e ripresa dalla rivista Wine Spectator, una fra le più note e accreditate a livello internazionale nel mondo del vino, insieme a un pari provvedimento che riguarda il vino francese St-Emilion, importante Bordeaux. Si è scatenato subito un putiferio, tant’è che il Consorzio di tutela era subito corso ai ripari sostenendo, come ha fatto ancora ieri, di non aver avuto, finora, notizia ufficiale del provvedimento mentre ne ha fatto cenno uno stesso Comunicato del ministero.
All’origine della vicenda il sospetto da parte della Ttb che, come nel caso del Brunello, si tratti in sostanza di una frode, ossia che nel produrre il Nobile siano state o siano usate uve non prodotte in Toscana, come invece stabilisce il disciplinare di produzione che prevede per il 70% Sangiovese e per il restante 30% il Cannaiolo e altre uve rosse locali.
Ma per capire cosa esattamente era successo occorre andare indietro di due mesi quando, a giugno, la guardia di finanza aveva visitato due aziende della zona, la “Gattavecchi” e la “Cooperativa Vecchia Toscana” rilevando che avrebbero utilizzato per produrre vino anche uve di altre regioni, comprese quelle del Sud.
Di qui la decisione dell’agenzia federale, cui si contrappone l’opinione del Consorzio
che, quasi, parla di caccia alle streghe.
Il presidente Federico Carletti sostiene che con queste notizie “bisogna andarci piano per evitare equivoci”, mentre ancora ieri, interpellato da Italia Oggi, il direttore Paolo Solini ha sostenuto che “a quanto risulta, il problema è stato superato poiché le due aziende hanno ripreso a lavorare” dopo un “fermo” durato non più di dieci giorni.
E conferma “Di quanto deciso dalla Ttb non siamo stati portati a conoscenza e la notizia ci è
stata riferita da chi ha letto Wine Spectator. Non vorrei si pensasse che il nostro caso assomiglia a quello del Brunello. Per un motivo semplice: i1 Brunello nasce esclusivamente dal Sangiovese, mentre il Nobile ha origine da un uvaggio tra Sangiovese e altre uve rosse”.
Ma il sito ufficiale dell’Ais, Associazione italiana sommelier, pubblica un articolo che contesta questa affermazioni, sostenendo che
il caso del Nobile assomiglia a quello del Brunello. Cioè si sarebbero
utilizzate anche uve rosse che arrivano
da altre regioni in barba al disciplinare. Il problema, Comunque, non è quello della qualità, ma di tagli non previsti per legge.
Gli americani vanno con i piedi di piombo in materia di vino e, pur dovendo guardarsi dai truffatori di casa loro che spacciano alcuni prodotti tipici con nomi di fantasia perché in realtà sono confezionati negli Stati Uniti (valga per tutti il “Parmesan”, che dovrebbe corrispondere, ma non lo è, al Parmigiano), sono solerti a sollevare contestazioni quando il vino arriva dall’Italia.
Fu così con il Brunello nei giorni dello scorso Vinitaly e viene replicato adesso con il Nobile. Il quale, oltretutto, è sprovvisto della Icq, il certificato di qualità predisposto nel luglio dello scorso anno dall’ex ministro De Castro, in quanto è lo stesso Consorzio, confermano all’ufficio stampa, a effettuare i controlli. I quali un po’ in tutte le regioni non sono ritenuti, da alcuni, sufficienti.
L’Ice di New York ha anche comunicato, sentite le campane di Oltreoceano, che i nuovi esportatori del Nobile resteranno sospesi fino a quando non sarà garantito che i produttori richiedenti non siano coinvolti in indagini giudiziarie.

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