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Italia Oggi

Puglia, parlami di vino … La regione può vantare 25 etichette doc... L’ascesa del Negroamaro dimostra la crescita del settore vitivinicolo pugliese... Può un vino dare un nome a un gruppo musicale? Se parliamo del Negroamaro salentino sì. Certo, il gruppo guidato da Giuliano Sangiorgi ha scelto di chiamarsi così in onore del Salento, da cui provengono i componenti della band, ma questo vino sa essere da solo un concerto fatto di forza ed eleganza. Un concerto colorato di rosso rubino intenso. Il Negroamaro nasce tra le province di Taranto, Brindisi e Lecce, dove si stimano siano impiantati circa 5.000 vitigni. Si tratta di un vitigno robusto e resistente, capace di adattarsi a terreni aridi e calcarei, dunque ideale per il clima pugliese dalle estati calde. I grappoli, con un peso fra i 300 e i 350 grammi, vengono raccolti tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, dando origine a un vino dal 13% circa di volume.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e sono
un vero e proprio “giallo”: si presume che lo sviluppo di questa varietà sia avvenuto ai tempi della colonizzazione greca (VII-VI secolo a.C.) e lo stesso nome sembra suggerirlo. Infatti, l’etimologia di Negroamaro riporta al niger latino e il mavros greco; “scuro-scuro”, a sottolinearne il colore. Ma mavros sembra simile a merum, un vino introdotto in Puglia dai coloni provenienti dall’Illiria (l’odierna costa adriatica dell’ex Jugoslavia) prima dell’arrivo dei greci. Un bel rompicapo, non c’è che dire. Anche se secondo alcuni esperti Negroamaro si riferirebbe alle due caratteristiche del vino: scuro (come gli acini) e lievemente amaro, tanto che viene spesso utilizzato insieme ad altri vini.
Al momento infatti viene utilizzato per “tagliare” ben
14 dei 25 vini a denominazione di origine controllata prodotti in Puglia: Aleatico di Puglia, Alezio, Brindisi, Copertino Galatina, Gioia del Colle, Leverano, Lizzano, Matino, Nardò, Ostuni, Rosso Cerignola, Salice Salentino, Squinzano. Alcune analisi sulle origini di questo vino rivelano una lontana parentela con il Verdicchio e il Sangiovese.
E i risultati non si fan no attendere. Un esempio? Il Vigna Flaminio, prodotto nel Brindisino dalle Agricole Vallone (www.agricolevallone it). Un rosso ottenuto dalle coltivazione tradizionale ad alberello che raccoglie, senza confonderle, tre armonie: la Malvasia nera, la forza del Negroamaro, la morbidezza del Montepulciano.
Ma da vero portabandiera del Salente, il Negroamaro sa dare vita a capolavori come il Leverano Negroamaro, prodotto in questa cittadina leccese da sempre e Doc dal 1979, asciutto e vellutato. O il Galatina Negroamaro, pieno e armonico, Doc dal 1997.

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