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Italia Oggi

I vini d’Italia in trasferta in Cina e Giappone ... Un buon piatto si abbina meglio a un vino. Anche in Cina e Giappone gli amanti della buona tavola dicono addio a tè, sakè e birra per lasciare il posto a un bicchiere di rosso o di bianco made in Italy. Nella patria del Sol Levante sono gli uomini e donne tra i 30 e i 40 anni quelli più attenti alle origini, alla storia e alla cultura da cui proviene e al rapporto qualità-prezzo. In particolare le donne giapponesi sono le nuove estimatrici del vino italiano, che nei primi sette mesi del 2008 si è aggiudicato, in questo Paese, una quota di export pari a 18 milioni di litri (+1 milione rispetto allo stesso periodo del 2007) per un valore che sfiora 64 milioni di euro. Tra i vini preferiti dalle donne e da i giovani giapponesi i vini spumanti, seguiti da quelli bianchi e dolci. Unica nota negativa, i giapponesi non amano i tappi di sughero ma preferiscono la versione a vite. Anche in Cina si preferisce abbinare riso alla Cantonese con Chardonnay o i wan ton con il Nero d’Avola. Il Giappone e la Cina, sono i due Paesi che ospitano l’edizione invernale del Vinitaly Tour che vede un centinaio di aziende italiane promuovere i loro prodotti a Tokyo, Pechino, Shangai e Macao, quest’ultime le tre città dove si concentra il più alto tasso di crescita del consumo di vino nel mondo ( a Pechino è aumentato del 50% solo nel 2007) e fino al 2013 crescerà del 13% l’anno. Inoltre, grazie all’azzeramento dei dazi, solo nei primi cinque mesi del 2008 la Cina ha importato circa 850 mila ettolitri di vino con un incremento del 10,3%.

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