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Italia Oggi

Crisi per bar e ristoranti ... Per la prima volta i locali pubblici che hanno chiuso sono stati più numerosi di quelli che hanno tentato di avviare l’attività: tra bar e ristoranti, 3.439 hanno rinunciato all’impresa, contro 3.089 che invece si sono immessi sul mercato, creando un saldo negativo di 350 unità. A lanciare l’allarme sono i dati Infocamere elaborati dal centro studi Fipe nel terzo trimestre, luglio-settembre, 2008. Entrando nel dettaglio, in maggiore difficoltà sono risultati i bar, soprattutto quelli delle regioni centrali. A guidare la classifica negativa è la Toscana con un 131 chiusure (saldo a -45). Nel settore della ristorazione, invece, è il Nord ad avere la peggio. La crisi più forte è stata registrata in Lombardia con un saldo negativo di 30 unità (174 chiusure contro 144 aperture). Allineato il Veneto con 100 chiusure a fronte di 71 nuovi avviamenti. Il Sud, in questo caso è in contro tendenza. La Calabria ha conquistato il primato dei saldo positivo sia nel canale bar (36), sia ristoranti (23). “Se i dati a fine anno confermassero questa tendenza”, ha spiegato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe, “significherebbe che siamo in piena crisi strutturale. Da tempo denunciavamo la sofferenza del settore con i cali di fatturato, di produttività e di redditività. E’ il segnale di una crisi più profonda di quanto si possa immaginare, peggiore anche a quella del ’93. In quell’anno”, ha aggiunto, “la crisi era di tipo congiunturale, poiché il settore era comunque all’interno di una tendenza ai consumi fuori casa in aumento. Spesso bar e ristoranti hanno passato periodo molto difficili, ma il saldo era sempre stato positivo. Crisi dei consumi, liberalizzazione senza criteri e e recessione hanno portato a questo dato di fatto. Per risalire la china è necessario uno sforzo comune”, ha suggerito Stoppani, “la politica deve garantire una eguaglianza di regole su chi opera nello stesso mercato e soprattutto ci aspettiamo una revisione degli studi di settore”.

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