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Italia Oggi

Su turismo e cibo l’Italia non fa team ... Ricognizione a tutto campo. Operatori e produttori non riescono a far sistema... L’Italia non fa sistema. Valorizza poco il prodotto tipico negli hotel, confinandolo ai soli agriturismi. Su treni aerei del Belpaese si trovano pochi prodotti a denominazioni d’origine. Certo, i menù suonano d’italianità, ma nulla si dia delle materie prime utilizzate. Quasi mai è dato sapere se la pasta sia made in Italy, se l’olio sia del Belpaese o se vi sia una fornita dispensa di prodotti a denominazione d’origine che il viaggiatore può gustare.
La ricettività alberghiera, poi, esalta in modo spontaneistico e non coordinato le eccellenze agroalimentari del Belpaese. Non esistono accordi quadro di rilevanza nazionale e regionale in grado di assicurare che nei menù preparati in hotel e nei piatti del turista finiscano le tipiche pietanze locali, fatte con prodotti nati dal territorio in cui l’albergo insiste. L’inchiesta ha lo scopo di capire se l’Italia sfrutti l’uovo di colombo; cioè se oggi un qualunque turista straniero che arrivi in Italia riesca a trovare un offerta coordinata delle bellezze e delle bontà del territorio che ha scelto di visitarli. Il risultato? Nulla è studiato a tavolino.
Tutto è affidato all’azione spontanea e alla buona volontà dei singoli operatori. ItaliaOggi ha posto il problema al ministro per le politiche agricole Luca Zaia. “Non è un’azione che va fatta con finanziamenti”, ha detto il ministro, “Il binomio prodotto-territorio è vincente, ma dobbiamo creare un senso di appartenenza a questo progetto, perché lo chef dell’hotel di Roma metta il prodotto tipico nel menù. Dobbiamo fra squadra. E far capire che dove vanno formaggi e vini nel mondo, va anche il territorio. Possiamo fare un grande lavoro. Abbiamo 4.500 prodotti tipici”. Morale? In tempi di crisi il lavoro certo non manca...

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