02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Ristorante da Mario a palazzo Koch ... Bando monstre della Banca d’Italia per la ristorazione: aragoste, faraona, vini pregiati e sigari. Supermenù da 41 mln di euro per combattere i morsi della fame... E’ un menù degno della Grande abbuffata, pietra miliare del cinema italiano firmata da Marco Ferreri. Ma soprattutto è un menù che cozza fragorosamente con il periodo di crisi che sta investendo il paese. Eh sì, perché sembra proprio che a palazzo Koch nessuno sia intenzionato a lesinare spese in ambito gastronomico. Per 76 euro a testa, di cui si farà carico Bankitalia, una colazione di lavoro di alta rappresentanza offrirà innanzitutto un aperitivo a base di tartine assortite, scaglie di grana e prosecco di Valdobbiadene, oppure un antipasto. A seguire capesante con aragosta vinaigrette, nidi di crespelle con polpa di granchio, lamelle di spigola e mazzancolle in bellavista, patate naturali al vapore, asparagi all’agro, scaglie di millefoglie in salsa cioccolato, Chardonnay bianco Lison di Primaggiore, acqua minerale e caffè. Sempre a 76 euro pro capite, ancora sul groppone della Banca centrale, l’istituto sarà in grado di deliziare gli ospiti con un buffet alta rappresentanza che va letto tutto d’un fiato, cercando di non farsi venire l’acquolina in bocca: canapèes assortiti e piccole rissoles, medaglioni di aragosta in bellavista, salmone affumicato in salsa vinaigrette, fiori di zucchine ripieni con mazzancolle e rucola, insalata di mele, yogurt e noci, riso all’orientale in salsa al curry savarin di tagliolini ragutati alle tre carni, spigola alle mandorle, filetti di cerniola allo zafferano, orata al forno, filetto di manzo alle bacche di ginepro, faraona disossata farcita. In questo caso la lista dei vini è più cospicua: Sauvignon del Collio, Puiatti, Dolcetto Einaudi e spumante Banfi brut metodo classico. Per credere, basta leggere il recente bando di gara approntato dalla Banca d’Italia guidata da Mario Draghi per ottenere la fornitura di servizi di ristorazione. I numeri sono da capogiro. Il bando, di durata triennale, ha un costo di 24 milioni e 500 mila euro, ma è prorogabile per altri due anni arrivando alla cifra di 41 milioni e 500 mila. Se si fanno due calcoli, si scopre che in quest’ultimo caso (ma le grandezze sono simili anche per una durata triennale), palazzo Koch sborserà per soddisfare il suo stomaco 8 milioni e 300 mila euro all’anno, ovvero 690 mila euro al mese, che al giorno fanno 34.500 euro. Davvero niente male. Va chiarito che la fornitura riguarderà le strutture romane di Bankitalia e 11 filiali non romane. Certo è che a leggere lo schema di contratto allegato al bando c’è da rimanere allibiti. Diciamo subito che i menù sono divisi per importanza, per stagione, per settimana, per festività. C’è il buffet dei giorni che precedono le Ceneri e il carnevale. I pranzi di lavoro a Roma, oltre a quelli di alta rappresentanza a 76 euro a testa, prevedono colazioni di lavoro di tipo A (52 euro a testa con l’offerta finale di sigari, sigarette e alcolici assortiti) e colazioni di tipo A con menù light (42 euro con ben 6 proposte di menù ). Per entrambe, attenzione, il contratto esige un cameriere per ogni 8-10 commensali e un maitre di coordinamento. Poi c’è il buffet di tipo A (41 euro con salvia fitta, pennette alla vodka, carrè di vitella, mousse al caffè, il tutto annaffiato da vini Regaleali B. Tasca e Santa Cristina Antinori) e il buffet di tipo B (24 euro), il brunch (14 euro), un coffee break normale e rinforzato (rispettivamente per 5,50 e 12 euro). Il documento è molto dettagliato anche per quanto riguarda il servizio bar, il quale diventa a domicilio su ordinazione dei componenti del direttorio, dei funzionari generali e dei capi servizio di via Nazionale. Il caffè, poi, autentica mania italica. Per i distributori installati nelle varie sedi, l’impresa che risulterà vincitrice dovrà fornire cialde Lavazza che gli allegati individuano con precisione (Lavazza crema & aroma, aroma club, dek, lipton lemon the, the foglia, latte, cioccolato e orzo, il tutto per un costo che va dai 19 ai 41 euro). Ci sarebbe da scrivere all’infinito su questa gara. Tanto per dare un’ultima dimensione, basti pensare che fra bando, disciplina di gara, schema di contratto e allegati vari si arriva alla bellezza di 407 pagine. Un documento monstre. Da leccarsi i baffi, però.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su