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Italia Oggi

Quel fiasco a mezzo stampa ... Lo spumante supera lo champagne? Che montatura … Associazioni di categoria inviano dati inattendibili. E molti giornali ci cascano… Si sa: sotto Natale le notizie non abbondano nelle redazioni dei giornali e talvolta si attenua anche il senso critico e l’attenzione per le verifiche. E così, sull’onda di alcuni comunicati “galeotti”, molta stampa nazionale, cartacea e on line, si è fatta abbindolare sul presunto sorpasso dello spumante italiano sullo Champagne francese. Non entriamo, per carità di patria, sulle motivazioni per le quali le associazioni di categoria hanno inviato alle redazioni dati poco attendibili, perché, a fine dicembre, i dati veri non li conosceva nessuno. Seconda (grave) leggerezza: si sono sommati tutti gli spumanti italiani (metodo classico, metodo charmat, brut e dolci, doc, docg e comuni) e si sono messi a confronto con lo Champagne. Se proprio si dovesse fare un tale confronto e senza nulla togliere agli altri, esso avrebbe un (pur labile) senso solo tra i metodo classico italiani e i cugini francesi e anche qui l’Italia uscirebbe sconfitta: sulle quantità prodotte (Franciacorta e Trento producono 16,4 milioni di bottiglie; mettiamoci altre doc da Piemonte, Oltrepò e altre zone d’Italia e, con manica larga, arriviamo a 20 milioni di bottiglie; la Champagne ne produce da sola oltre 300 milioni; sulla qualità: il metodo classico in Italia ha fatto passi da gigante, ma solo pochi produttori possono oggi competere ad armi pari con i francesi. Detto questo, cosa pensano gli operatori di questa querelle natalizia? Maurizio Zanella, patron di Ca’ del Bosco, una delle perle di Franciacorta, parla apertamente di “disinformazione” e aggiunge: “Non ci si rende conto che il paventato successo dello spumante italiano, analizzando i numeri, è frutto, salvo pochissime eccezioni, di un prodotto assolutamente anonimo che deve le sue performance unicamente a prezzi unitari bassissimi?”

Adriano Baffelli, direttore del Consorzio di tutela del Franciacorta, parla di superficialità nella comunicazione e di autoreferenzialità delle associazioni di categoria e per dare un quadro della situazione parla di una vendita globale di Franciacorta, nel 2008, di 9,66 milioni di bottiglie, di cui circa 8,5 in Italia e 1,2 all’estero (circa il 15% del totale). Lo Champagne, ma fino a settembre, stando ai dati ufficiali del Civc francese, aveva esportato in Italia oltre 5,87 milioni di bottiglie, +4,27% rispetto allo stesso periodo del 2007. “Né il Consorzio, nè i produttori di Franciacorta hanno mai pensato di mettersi in competizione con lo Champagne. Noi invece corriamo sempre dietro alla qualità e all’eccellenza, come dimostra il nuovo disciplinare, approvato nel 2008, ancora più restrittivo del precedente, anzi il più restrittivo al mondo”. Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio del Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene (che entro quest’anno dovrebbe ottenere la docg), taglia corto sulla querelle: “Notizie come quelle veicolate sotto Natale ci interessano poco. Poi il discorso fatto dai giornali è mal posto: ci deve essere spazio solo per i vini di qualità, non per gli altri. Quanto al Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene (che pure ha prodotto 47 milioni di bottiglie, di cui 14,6 esportate, ndr) non si pone in competizione né con Champagne, nè con Franciacorta. Sono prodotti diversi, con altre modalità di consumo. Noi puntiamo sulla costante crescita qualitativa del prodotto e la modifica del disciplinare e la conquista della docg metteranno un ulteriore paletto a questa crescita costante”.

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