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Italia Oggi

E Cinelli Colombini fa da sé ... Il produttore di vino fonda una società per vendere... “Il mio vino me lo vendo da solo”, si è detto Stefano Cinelli Colombini un anno fa quando ha dato vita alla Wine Project Inc., società Usa a capitale italiano creata dal produttore di Brunello di Montalcino Fattoria dei Barbi. Che a Italia Oggi racconta il perché della decisione. “Negli anni ci siamo resi conti che per gli importanti americani è difficile vendere vino di qualità. E’ una questione di mentalità. Loro sono abituati a grandi volumi a basso costo. È difficile spiegare concetti come il legame tra
qualità e prezzo a chi è abituato a vendere a casse”.

Domanda. Avevate provato a percorrere altre strade, come formare personale?

Risposta. L’altro problema, oltre alla mentalità diversa di chi non riesce a capire che il valore che sta dentro ad una bottiglia di vino non lo si misura in casse, è il ricambio. Ci sono venditori che passano indifferentemente dal vino, alla coca cola, alle barche. È difficile formare le persone se queste cambiano continuamente. Ecco allora che abbiamo scelto di fare una nostra ditta, un esperimento quasi dettato dalla disperazione. Come fattoria dei Barbi siamo presenti negli Stati Uniti dal 1964 e purtroppo tante volte abbiamo dovuto vedere
importatori cambiare perché inglobati in altre società, perché ceduti o perché hanno chiuso.

D. Nasce quindi Wine Project. Oltretutto in un momento non facile per il Brunello di Montalcino.

R. Nel suo primo anno ha fatto realizzare alla fattoria dei Barbi un incremento di fatturato negli Usa del 24% sull’anno precedente. Un ottimo risultato soprattutto se consideriamo che è stato ottenuto in un anno di crisi. Pensavamo di raggiungere il pareggio in due - tre anni e invece è arrivato già nel primo anno. Diciamo che l’aver intrapreso questa strada ci da una certa soddisfazione.

D. Lo scandalo Brunellopoli non ha avuto ripercussioni sul mercato statunitense?

R. Il mercato americano è in crescita e continua a essere il primo mercato. Il Brunello si vende, le cose vanno. Certo abbiamo auto tanta paura.

D. Wine Project non significa soltanto Brunello di Montalcino.

R. Abbiamo messo insieme piccole realtà significative, di alta qualità, da Nord a Sud. Wine
Project importa il Prosecco di Valdo (famiglia Bolla), il Chianti Classico di Poggio Bonelli, il Barolo e i vini piemontesi di Galarey (Fontanafredda), i vini pugliesi di Lomazzi e Sarli, il Montepulciano d’Abruzzo Docg Colline Teramane della ditta Gran Sasso e la Falanghina della ditta Terra del Vulcano.

D. Per concludere, si può dire che Wine Project rappresenti un esempio di filiera corta con vantaggi anche in termini di prezzo?

R. L’idea che vogliamo trasmettere è proprio questa, ovvero che anche una ditta di media dimensioni come la Fattoria dei Barbi può svolgere la funzione di importatore diretto razionalizzando e accorciando la catena distributiva. Una filiera corta permette di contenere i prezzi rimanendo sempre competitivi. Ed in tempi di crisi come questi è sicuramente una formula vincente. La scelta di condividere i servizi offerti dalla struttura con altri produttori è stata fatta per renderla ancora più forte, perché permette sia di suddividere i costi che di ampliare l’offerta.

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