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Italia Oggi

Vinexpo fa il global player. Beynat: consumo globale su del 6% entro il 2012 ... Noi siamo l’unica fiera in cui va in scena il mondo del vino. Quest’anno saranno 45 i paesi espositori, ma il mercato del consumo tocca ben 140 nazioni”. Non nasconde un certo orgoglio Robert Beynat, direttore generale Vinexpo, nel presentare ieri a ItaliaOggi la tradizionale biennale del vino e dell’alcol di Bordeaux, giunta quest’anno alla sua 15° edizione. Il salone girondino si terrà dal 21 al 25 giugno. E Beynat ha deciso di lanciare l’evento, con una sorta di tournée nei paesi focus. Attenzione però : “non c’è nulla di voluto nel presentare Vinexpo nei giorni del Vinitaly”, assicura. “La fiera di Verona (dal 2 al 6 aprile prossimo, ndr)”, chiosa Beynat, “è l’appuntamento migliore per il vino italiano. Noi siamo il salone mondiale del vino. Non c’è sovrapposizione, ne conflitto”. Si gioca di fioretto, insomma. Del resto, i numeri che Vinexpo vanta non sono certo briciole: 40 mila metri quadrati di superficie espositiva, di cui ben 4 mila assegnati all’Italia: “Dopo la Francia è il primo paese espositore”, sottolinea Beynat. Che una cosa ci tiene a rimarcarla: “Vinexpo non vende stand a chi fa business col vino, siano essi distributori, importatori, commerciale. Noi gli spazi li diamo solo ai produttori e richiediamo la loro presenza sul posto”. Poi, il direttore generale Vinexpo legge la congiuntura di mercato, avvalendosi di una ricerca condotta da Iwsr (the International wine ad spirit record) per conto di Vinexpo: “non è vero che la domanda globale di vino è in calo. Tra il 2008 e il 2012 la produzione crescerà del 3,38%, per toccare quota 3.022 miliardi di casse. Più della metà della produzione mondiale sarà garantita da Francia, Italia e Spagna. I consumi aumenteranno globalmente del 6%. Anche se con disparità tra 2008 e 2009. Ma in dieci anni il consumo mondiale di vino crescerà del 10,07%”. E l’Italia? Beynat non ha dubbi: “Nel 2007 il consumo di vini fermi ha toccato 299 milioni di casse, superando per la prima volta la Francia, finora leader dei paesi che brindano. Ma nel 2012 la leadership del consumo toccherà agli Stati Uniti”. Sul punto, per altro, il direttore generale Vinexpo non trattiene una staccata al governo Sarkozy sia per la legge transalpina, che impedisce la vendita di alcolici a minorenni, sia per l’iniziativa del ministro della salute d’Oltralpe (poi naufragata) di censurare la pubblicità di alcolici su Internet. “Impazzano gli hayatollah del vino”, accusa Beynat; “si vuoi far passare l’alcol per una droga, è diabolico”. L’andamento del mercato mondiale del vino comunque lo consola: ben 150,498 miliardi di dollari di fatturato nel solo 2007, anche se la crescita nel periodo 2008/12 sarà più debole (+1,8%) rispetto a quella del lustro precedente (+2,46%). Tutto bene, dunque, nonostante la crisi? “No”, ammette, “un problema c’è. Con la crisi gli investimenti nel settore potrebbero risentire degli eccessivi costi di stoccaggio e di una flliera troppo lunga. Per i vini di alta gamma, poi, la rotazione in magazzino è troppo lenta”. Il motivo? Semplice e fuori dai denti: “in alcuni paesi, nei ristoranti, il ricarico può arrivare fino a sette volte il costo della bottiglia alla produzione. Fate voi!”.

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