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Italia Oggi

Il vino ora gioca in difesa, ma è pronto al contrattacco ... Il 2009 sarà ricordato come uno degli anni più difficili per la vitivinicoltura nazionale. Il settore si sente schiacciato da numerosi problemi. I principali nodi da sciogliere sono l’ormai imminente entrata in vigore dell’Ocm vino, la flessione dell’export, le battaglie contro l’abuso dell’alcol e del consumo legato alla guida, la crisi del credito. Questi temi saranno al centro del Vinitaly, che si apre oggi a Verona fino a lunedì 6. Tra incontri ufficiali e confronti tra operatori, questi temi terranno banco, perché nessuno di essi ha ancora avuto serie soluzioni, che invece sono necessarie e urgenti. Da Vinitaly ci si aspettano anche risposte sul rinnovato interesse dei buyer esteri. ItaliaOggi ha voluto sentire i principali protagonisti della filiera vino su questi temi. Ne emergono un “sentiment” preoccupato, ma anche note positive per un anno che sarà difficile, ma non catastrofico.

Ocm vino... Scatterà dall’1 agosto e porterà nuove regole nel mondo della produzione. L’organizzazione comune di mercato manca però , a tutt’oggi, di molti regolamenti attuativi. Da qui la forte incertezza degli operatori. Per Valentino Valentini, presidente delle Città del vino, l’Ocm è una grande opportunità, solo se gestita bene; in ogni caso, vanno tutelati i territori, vera forza del vino italiano. Stessa preoccupazione da Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, che cita, tra i tanti, l’inquietante indirizzo comunitario sui vini rosé. “Da tempo abbiamo detto che questa Ocm è un gran pasticcio”, dice senza giri dì parole Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi. “Avevamo proposto, inascoltati il rinvio di un anno per l’entrata in vigore del provvedimento, per permettere al settore di adeguarsi correttamente alle nuove norme. Il rischio è che i consumatori si trovino ancor pi spiazzati nel capire le nuove sigle: gli Igt che diventano Igp, i vini da tavola, ora varietali e con annata, che si affiancheranno ai più blasonati doc”. Lamenta mancanza di regole certe anche Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, che però vede nella nuova Ocm una grande opportunità per il settore. Più difficoltà che opportunità sono invece intraviste, nel breve, da Andrea Sartori, presidente dell’unione italiana vini, secondo cui si assisterà, nei prossimi 3 anni, alla sparizione di almeno 50 mila ettari di vigneto, molti dei quali, probabilmente, non sostituiti da altre colture. Decisamente critico Giuseppe Battistuzzi, responsabile settore vino di Fedagri Confcooperative; egli sottolinea una serie di forti tagli ai fondi comunitari, da quelli alla distillazione, a quelli al magazzinaggio. Palma Esposito, responsabile ufficio vitivinicolo di Confagricoltura, prevalgono le luci sulle ombre dell’Ocm vino. Sulla stessa linea Paolo Castelletti, responsabile settore vino di Coldiretti, invece, le luci prevalgono sulle ombre, perché ci saranno maggiori possibilità di export extra Ue. Export. Unanime la preoccupazione per le vendite del 2009. Se tutti danno per scontata, nella migliore delle ipotesi, una stasi nei consumi interni, forti nuvole si addensano sulI’export, causa soprattutto la crisi globale: il calo di vendite colpirà ancora Stati Uniti, Giappone e Russia, solo parzialmente recuperato con un aumento nei paesi dell’Est. Tuttavia il settore dovrebbe tenere. Gli osservatori sono concordi nel dire che il quadro sarà chiaro solo a giugno, anche se Martelli e Sartori temono che a fine anno si registrerà anche un calo in valore dell’export. Pi ottimisti Ricci Curbastro (fare sistema, portare pi regioni sui mercati esteri, come ha fatto l’Ice a gennaio sta pagando e la riprova l’avremo alVinitaly),Vallarino Gancia (si vince solo puntando sulla qualità), Castelletti (siamo il paese messo meglio; le flessioni di Spagna e Francia sono assai pi pesanti) ed Esposito (importante è aprire nuovi mercati).

Alcol... E uno dei tormentoni che angosciano da mesi i produttori. Tutti concordano che non è il vino il principale accusato, perché, statistiche alla mano, esso incide solo per il 2% sugli incidenti stradali. Sono il mix di droga, superalcolici, energy drink, stanchezza a creare i maggiori problemi. Difeso il livello di 0,5 grammi per litro, i produttori si sono trovati solidali con la recentissima normativa che prevede la tolleranza zero per i giovani fino a 21 anni, che si mettono alla guida. E sempre tutte le associazioni si dicono pronte ad avviare campagne per sensibilizzare i consumatori su queste problema. Qualche cosa ha già fattoAgivi, l’associazione dei giovani produttori vitivinicoli, costola dell’Unione italiana vini, ma manca ancora una campagna ministeriale, concordata con tutte le associazioni. I maliziosi dicono per che questo ministro sarà impossibile, perché non poche associazioni rappresentano sia gli interessi dei viticoltori, sia quelle dei produttori di superalcolici. Resta il fatto che a Vinitaly il problema alcol sarà al centro del dibattito con diverse iniziative.
Credito alle imprese... Ultima, ma non meno importante dolente nota per il mondo del vino. Da almeno 6 mesi, i finanziamenti delle banche si sono rarefatti. Secondo Ricci Curbastro, il problema non è generalizzate; le banche ora fanno più attenzione ai bilanci delle aziende e vagliano con pi oculatezza i finanziamenti alle imprese. Più articolato il giudizio di Vallarino Gancia, per il quale il problema esiste ed è rilevante; per questo, le associazioni di categoria fanno quadrato, cercando accordi con il sistema bancario; per Andrea Sartori il pi difficile accesso al credito e il ridotto cash flow aziendale sono i due nodi principali del credito. Insomma, il quadro non è roseo, ma neppure nero. I1 leitmotiv sembra essere: serve lavorare duro, fare massa critica, riposizionare strategie e obiettivi. Ed essere consapevoli che, in ogni caso, il consumatore finale continuerà a bere vino. Quale? Sempre pi di qualità, ma, soprattutto, con un ancora maggiore rapporto qualità - prezzo.

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