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Italia Oggi

Il wireless ai piedi della vite ... Un cervellone fa il check-up continuo al vigneto... I1 vigneto del 2000 è tecnologico e usa l’agricoltura di precisione per offrire una maggiore qualità di prodotto. È questo il senso dell’esperienza che sta sviluppando il Consiglio nazionale delle ricerche e di cui parla con Italia-Oggi il dottor Lorenzo Genesio del Cnr-Istituto di Biometeorologia di Firenze, impegnato nell’ambito del progetto di ricerca “Consorzio Tuscania” (www.consorziotuscania.it). Il progetto è stato presentato ieri durante il convegno “Consorzi agrari e viticoltura di precisione: un approccio integrato al vigneto” organizzato da Assocap (www.as-socap.it), l’associazione nazionale che riunisce tutti e 53 i consorzi agrari provinciali, al Vinitaly di Veronafiere (www.vinitaly.com) in corso fino al 6 aprile.

Che cos’è... Il Consorzio Tuscania è un progetto di ricerca quadriennale, coinvolgente partner scientifici, tecnici e finanziari e guidato da soci importanti, i maggiori produttori vinicoli toscani, che cerca di rispondere alle richieste di qualità lanciate dal mondo viticolo ed enologico
toscano, in particolare tutto quello che ruota attorno al Sangiovese. Il progetto studia tutte le attività gestionali che in azienda (dalla chioma alle tecniche di vinificazione e affinamento) possono influenzare la qualità finale del prodotto vinicolo. La sperimentazione avviene in tre aree della Toscana che rappresentano la “patria” dei principali Doc regionali come Chianti classico, Monteregio di Massa Marittima e Bolgheri su quattro vigneti sperimentali. Attraverso una suddivisione in 14 blocchi sperimentali, a loro volta ripartiti in 8 tesi sperimentali per blocco (ossia le varie modalità di gestione della chioma) da 85 piante, è possibile gestire e ricavare informazioni per ben 9.520 tralci di vite. La cantina ha poi una capacità pari a 1.000 hl, con serbatoi in acciaio inox e attrezzata per la produzione di rossi di qualità.


Il grande fratello elettronico... Genesio spiega
a ItaliaOggi: “tra le varie tematiche di ricerca del progetto, il Cnr si occupa di “ricerca viticola e quella enologica. Per quanto riguarda la ricerca viticola”, dice, “il progetto si è occupato di realizzare un disegno sperimentale finalizzato a capire come le pratiche agronomiche di gestione del vigneto”, e specificatamente vari livelli di fogliatura, carico di gemme, diradamento del grappolo, “vadano a influenzare la qualità finale dell’uva e quindi del vino”. L’aspetto particolarmente interessante di questo progetto è che “per riuscire a monitorare un gran numero di parametri sono stati anche ricercati i ritrovati più recenti della ricerca per monitorare sia gli aspetti ecofisiologici che quelli climatici legati al vigneto”. Uno di questi è il Nav (Network avanzato per il vigneto), un network che serve per raccogliere parametri micro meteorologici. Il Nav si compone di una stazione posta internamente al vigneto, e che quindi rappresenta la posizione climatica del luogo, e una serie di stazioni periferiche poste nel vigneto all’interno delle chiome in corrispondenza delle varie tesi di gestione della chioma sperimentate dal progetto. Il sistema è quindi in grado di acquisire dati relativi al microclima della pianta e del grappolo e di trasferirli in tempo reale con l’applicazione della tecnologia wireless.

L’occhio volante migliora la vigna... Non
solo: il Cnr collabora anche al telerilevamento aereo. Continua Genesio: “Compiamo durante la stagione tre voli in tre epoche diverse di sviluppo fenologico della vite. Facciamo dei passaggi con un aereo dotato di alcune strumentazioni sui vigneti, in particolare facciamo dei rilevamenti con delle telecamere multi spettrali, con telecamere tecniche e anche dei rilevamenti del terreno visibile ad un alto livello di precisione”. Da questi rilevamenti vengono ricavati indici di vigore vegetativo, che permettono di dividere il vigneto in aree omogenee; dall’altra di arrivare a capire “quali sono gli indici più appropriati e correlarli con i parametri qualitativi che poi vengono raccolti in campo sulle uve”.

I primi risultati... La
sperimentazione, come si è detto, è quadriennale. Per il dottor Genesio: “Attualmente siamo al secondo anno, il progetto è entrato ora nel terzo e si concluderà nel dicembre 2010, quindi quello che è stato fatto sino adesso sono delle indagini preliminari e una parte consistente di organizzazione dei dati”. Anche se ci sono già degli sviluppi tecnologici interessanti: “II Cnr”, continua, “ha infatti sviluppato un sistema integrato di gestione delle informazioni che vengono raccolte sui vigneti, un geodatabase (database geografico) consultabile anche attraverso internet e che permette di avere l’accesso ad una serie di informazioni sulla vigna, la sua gestione e lo stato di salute in tempo reale”. Un esempio? Le informazioni raccolte dal Nav sono visibili attraverso il sistema di mappatura su internet. I primi dati ottenuti per il momento, però, svelano nuove frontiere per il vigneto del XXI secolo: “Finora abbiamo avuto conferma dell’efficacia degli strumenti che abbiamo messo in campo per misurare le differenze tra le pratiche di gestione”. Non solo: “Abbiamo constatato che effettivamente esiste una correlazione tra le immagini ricavate coi voli aerei e i parametri qualitativi sulle uve. E già questa è un’informazione di particolare interesse in ambito applicativo, perché esistono già delle esperienze di vendemmiatrici che operano a partire dal telerilevamento aereo: operano una vendemmia differenziata in varie zone del vigneto”, conclude. Per avere un prodotto migliore.

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