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Italia Oggi

Bottino da oltre un miliardo ... Ricavi boom dai cibi pirata, il falso italiano impazza... Ben 1.153,7 milioni di euro. E’ un bottino colossale quello che, secondo il Censis, i pirati del cibo hanno messo in cascina in Italia nel solo 2008. Ma, oltre al fatturato della contraffazione alimentare, il Centro studi investimenti sociali ha testato anche il giro d’affari di altri prodotti patacca: abbigliamento e accessori fanno la fetta più grande della torta (2.608,2 mn di fatturato), seguiti da cd, dvd, audio, video e software (1.646,7 mln). Al terzo posto, l’alimentare, mentre cifre inferiori riguardano i traffici illegali di apparecchi e materiale elettrico (688,7 mln), orologi e gioielli (508,5), materiale informatico (224,1), profumi e cosmetici (114,2), pezzi di ricambio auto (112,3), giochi (31,2) e medicine (19,4). I1 totale? Sette mld e 107 mln di euro. Valore che, spiega il Censis, sul mercato legale si tradurrebbe in una produzione aggiuntiva, diretta e indotta, per quasi 18 mld e un valore aggiunto di circa 6. I numeri sono nel dossier, dal titolo “I1 fenomeno della contraffazione nel mondo e le ricadute sul mercato italiano: gli scenari e le strategie di contrasto”, che verrà presentato oggi in senato. E c’è di più: ii Censis avverte che il dato sugli “utili” del falso alimentare è “prudenziale” e spiega che il fenomeno in Italia “è circoscritto” rispetto agli altri paesi e, “comunque, di difficile quantificazione”. Perché? Il centro ricerche lo spiega con un distinguo. In Italia “negli ultimi anni, si è avuto un enorme impegno a livello normativo e di contrasto, per ridurre al minimo le falsificazioni”. A livello internazionale, invece, “la fama dei prodotti italiani ha fatto sì che si sviluppasse enormemente il mercato imitativo dell’italian sounding. I prodotti falsi circolano sia negli esercizi commerciali, sia nei ristoranti”. Ovviamente, la pirateria del cibo ha effetti anche sull’erario. Lo stesso Censis stima che la contraffazione comporta perdite per il bilancio dello stato in termini di mancate entrate fiscali, tra imposte dirette e indirette, pan a circa cinque miliardi e 281 milioni di euro. E cioè il 2,5% del totale del gettito dello stato per le imposte dirette (Ire-Ires, Irap) e indirette (imposta sul valore aggiunto).

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