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Italia Oggi

Ecco Ricagno, neo-presidente del consorzio Asti spumante... ... Giro di boa al Consorzio di tutela dell’Asti spumante dove, in settimana, Paolo Ricagno che già presiede il Consorzio del Brachetto è stato rieletto alla presidenza dopo i tre anni durante i quali al vertice c’era Emilio Barbero del gruppo Campari. Ricagno rappresenta la parte agricola del mondo dell’Asti ed eredita il testimone del Consorzio in un momento non facile. Lo scorso anno le vendite delle “bollicine” dolci italiane per eccellenza hanno subito una contrazione. Si è registrato un calo soprattutto sul mercato italiano del 4,5 per cento dovuto, spiega il neopresidente, Paolo Ricagno, “alla crisi finanziaria. Bisogna però tener conto che negli
anni precedenti erano state vendute alcuni milioni di bottiglie in più risultato dell’attività di promozione finanziata con il piano Mc-Kinsey varato nel 2004 con una dote di 40 milioni di euro”. Il piano è stato realizzato per un terzo, ora si aspettano anche i finanziamenti pubblici che ritardano. Ricagno non scende per ora, nei particolari dei suoi programmi ma a fronte delle recenti polemiche sulla qualità del vino replica che “l’Asti rimane lo spumante numero uno e coloro, come “Fontanafredda”, che sollevano critiche sono già stati invitati a venire a discutere con noi. Il vero problema rimane il prezzo che spesso non è proporzionato alla celebrità di un vino “Unico al mondo” come recita la nostra più nota pubblicità”. Un altro argomento sul quale si vorrebbe trovare un’intesa tra parte agricola e industriale sarà l’accordo di filiera (all’interno del quale sarà anche aggiornata la resa per ettaro delle uve) per la prossima vendemmia. Ricagno precisa subito che “andrà garantito il reddito dei viticoltori”. Infine la questione della docg nel comune di Asti. Il Tar del Lazio l’ha bocciata ma, ora, in regione si sta discutendo di concederla comunque per quei vigneti particolarmente vacati alla produzione di Asti e moscato. La trafila è lunga e alla fine sarà il Mipaf a doversi esprimere.

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