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Italia Oggi

Una Doc centro italica ... Resa unitaria per sette nuove tipologie del Candia Colli Apuani e pratiche enologiche ad hoc per la vendemmia tardiva. Start up del nuovo disciplinare di produzione della Doc centro italica dopo il via libera del Comitato nazionale vini alle modifiche richieste dal consorzio di tutela. Le nuove regole per produrre la doc toscana partono da lontano, seguendo uno schema tipo proposto anzitempo dallo stesso organo ministeriale, un po’ per gusto, vale a dire, assecondare le esigenze del mercato, un po’ per forza, adeguando il disciplinare alle prescrizioni comunitarie e nazionali. Il risultato è variegato. Dall’arricchimento della base ampelografica, che asseconda le esigenze produttive delle nuove tipologie, alla modifica delle rese (9 tonn/ha per tutte) e titolo alcolometrico, funzionale a omogeneizzare la produzione, alle pratiche enologiche relative alla tipologia vendemmia tardiva. Fra le novità, in senso stretto, il richiamo alla disciplina comunitaria sull’immissione al consumo, assente nella versione pre-modifica del disciplinare. Vediamole con ordine. In primis le tipologie new entry: “Candia Colli Apuani” vendemmia tardiva, “Candia Colli Apuani” Vermentino Bianco, “Candia Colli Apuani” rosso, “Candia Colli Apuani” rosato, “Candia Colli Apuani” rosso Vermentino Nero (min. 85%), “Candia Colli Apuani” rosato
Vermentino Nero (min. 85%). “Candia Colli Apuani” rosso Barsaglina o Massaretta (min. 85%). Per quanto riguarda la vendemmia tardiva, le uve idonee alla produzione della doc possono essere destinate alla produzione della tipologia “Vendemmia tardiva”, dopo l’appassimento, se assicurano al vino un titolo alcolometrico volumico naturale minimo del 15%. Il procedimento va fatto o sulla pianta o in locali idonei; è ammessa una parziale disidratazione con aria ventilata. La resa massima di uva fresca in vino finito non deve essere superiore al 50%. Nella vinificazione della Doc per la produzione del Vin Santo viene esclusa la possibilità di utilizzare il mosto concentrato ottenuto dal vitigno toscano Albarola, in ossequio alle nuove prescrizioni comunitarie in materia di arricchimento.

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