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Italia Oggi

Quantità e qualità ... Vendemmia al top degli ultimi anni... Dal Chianti al Trentino segnali positivi. In Sicilia -10%... Quantità e qualità per una vendemmia che quest’anno da Nord a Sud, da Est a Ovest, se non cambieranno le attuali condizioni climatiche, sarà una delle migliori degli ultimi dieci anni, secondo le previsioni di Fedagri. A dirlo è Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative, che con le sue 428 cantine associate e 148 mila soci viticoltori, vanta una produzione di 20 milioni di ettolitri, quasi la metà di tutto il vino che si produce in Italia. Secondo Carlo Salvadori, direttore generale della cooperativa Agricoltori del Chianti Geografico di Gaiole in Chianti (Siena), i vigneti del Chianti presentano una vegetazione bella e rigogliosa, di ottima qualità e con una quantità superiore (+5%) alla vendemmia dello scorso anno. Dello stesso avviso, si legge in un comunicato, Luca Rigotti, vicepresidente del Gruppo Mezzocorona, una tra le pi grandi cooperative vitivinicole del Trentino, con assets produttivi anche in Toscana e Sicilia. Nel Trentino, rileva Rigotti, la vendemmia si presenta anticipata di 10-14 giorni per le uve Chardonnay e Pinot Grigio, che inizieranno a essere vendemmiate, se permarranno le attuali condizioni climatiche, tra il 18 e il 20 agosto. Per quanto riguarda i vitigni rossi, ottima la qualità dei due autoctoni Marzemino e Teroldego che verranno vendemmiati nella prima settimana di settembre. Nel Sud Italia si registra una vendemmia in linea con i valori dello scorso anno. L’unico dato negativo (-10%) si registra in Sicilia per le uve chardonnay a causa di alcuni attacchi di oidio. Parola di Fabio Rizzoli amministratore delegato della cantina Feudo Arancio in provincia di Agrigento, che il 10 agosto ha dato avvio alla vendemmia delle uve chardonnay. Prevista invece a fine agosto e a metà settembre la vendemmia rispettivamente delle uve merlot e dei vitigui autoctoni. Rizzoli esprime “preoccupazione per l’attuale condizione di mercato che continua a essere critica a causa della minore domanda internazionale: la distillazione di crisi”, ha aggiunto, “seppur necessaria, è arrivata in ritardo rispetto alle richieste dei produttori e non porterà i benefici attesi”. Guarda oltreconfine il presidente di Fedagri-Confcooperativc Paolo Bruni, secondo il quale la cooperazione vitivinicola italiana “dovrà continuare a fare sistema razionalizzando le poche risorse a disposizione per promuovere i vini del territorio nei mercati internazionali”. Mercati come la Germania, l’Inghilterra e gli Stati Uniti in cui la cooperazione vitivinicola italiana deve continuare a investire in attesa della ripresa dei consumi che egli prevede “non arriverà prima della prossima tarda primavera”.

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