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Italia Oggi

Filiera spaccata sul riciclo del vino ... Le coop rivogliono gli aiuti all’ammasso privato. L’Uiv è scettica... La nuova Ocm vitivinicola ha cancellato il sostegno al magazzinaggio. Fedagri spinge per riattivarla... Ammasso privato dei vini e dei mosti, c’è chi ne vorrebbe la reintroduzione e chi, invece, si dice perplesso. La misura in questione era prevista dal regolamento Ce n. 1623 del 2000 ed è stata soppressa dalla nuova Organizzazione comune di mercato del vino, in quanto considerata, a tutti gli effetti, come una sorta di “aiuto di mercato”. Operativamente, la reintroduzione di questa misura comporterebbe la modifica del Reg. CE 478/08, istitutivo della nuova Ocm di settore, previa verifica di compatibilità con gli indirizzi dell’organizzazione mondiale del commercio (Wto). Le misure di mercato come la distillazione, lo stoccaggio e l’arricchimento, sono state già soppresse o lo saranno definitivamente entro il 2012, perché non più compatibili con la logica di una libera concorrenza di mercato. Operazione, dunque, ostica ma non impossibile. “Per la copertura dello stoccaggio privato, che non è comgeso nel Piano di sostegno nazionale”, ha spiegato Adriano Orsi, presidente del settore vitivinicolo di Fedagri Confcooperative, “si potrebbe attingere al bilancio destinato all’estirpazione. Inoltre si ritiene necessario che il 15% dell’ammontare dei premi all’estirpazione delle vigne vada alle associazioni di produttori”.

“In una situazione di mercato in cui le economie di tutto il mondo iniziano a mostrare segnali positivi che, nel breve periodo, ci auguriamo, si trasformeranno in una ripresa dei consumi anche dei vini, lo stoccaggio privato diventa uno strumento fondamentale per i viticoltori italiani per poter sostenere la tanto attesa uscita dalla crisi”, sottolinea Paolo Bruni, presidente di Fedagri Confcooperative, chiedendo che “possano essere utilizzati tutti gli strumenti di mercato necessari per sostenere la viticoltura italiana che rappresenta il 30% del vino comunitario e il 19% del vino complessivamente esportato a livello mondiale”.

“La maggiore criticità del comparto vitivinicolo italiano è rappresentata dalla debolezza strutturale della filiera e, di conseguenza, dalla scarsa capacità della stessa nel saper affrontare i mercati”, spiega Paolo Castelletti, segretario generale dell’Uiv. “Non vi è ombra di dubbio che la nuova Ocm ha posto ancora più in evidenza queste nostre difficoltà e carenze, nel momento in cui sono venuti a mancare i sostegni diretti al settore. Fra gli obbiettivi dell’Ocm non rientra quello di regolare i mercati. La nuova regolamentazione offre, però, delle opportunità alle imprese, come la promozione sui paesi terzi, a patto che gli strumenti posti in essere siano utilizzati in maniera efficace ed efficiente”.

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