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Italia Oggi

E c’è chi, con i portinnesti, fa un calendario ... Una dettagliata guida ai 12 portinesti per viti più adatti alle differenti tipologie di terreni dell’area ella Docg del moscato, che consenta ai viticoltori di scegliere con cognizione di causa quello più indicato alle loro vigne. Sarà l’elemento caratterizzante del prossimo calendario “Martini in vigna”, d’imminente distribuzione agli oltre 300 viticoltori piemontesi che conferiscono le loro uve all’azienda del gruppo Bacardi-Martini per la produzione di Asti Docg e di moscato d’Asti Docg (7,5 milioni di bottiglie l’anno).
Ed è anche il tema che chiude idealmente il cerchio delle tante iniziative d’informazione, consulenza ai viticoltori e di ricerca portate avanti dall’Osservatorio Martini & Rossi nei suoi oltre vent’anni di vita. “Proprio lo studio dei terreni”, ricorda a Italia Oggi Renato Monticelli, direttore dell’Osservatorio Martini & Rossi, “con la classificazione di 350 tipologie differenti, che conserviamo
presso la sede dell’osservatorio nello stabilimento Martini & Rossi di Santo Stefano Belbo, fu il primo progetto che affrontammo”. Da allora d’iniziative l’Osservatorio ne ha portate avanti diverse. Si è speso infatti per il miglioramento della viticoltura locale e delle produzioni d’uva, organizzando centinaia d’incontri didattici, distribuendo il mensile Martini in vigna, incentrato sulle tecniche colturali appropriate al momento stagionale e su temi ambientali, visitando periodicamente le vigne dei conferenti, abituandoli ad annotare quotidianamente in appositi spazi nelle pagine del calendario Martini le condizioni del tempo, quelle di sviluppo e di salute delle viti e dei grappoli e i trattamenti effettuati. E promuovendo e premiando i conferenti di uve di qualità particolarmente elevata, inserendoli nel circuito Sigillo Blu, alla base della produzione dei vini d’eccellenza del gruppo. Sul fronte della ricerca, in collaborazione
con il Centro miglioramento vite del Cnr di Torino, l’Osservatorio Martini & Rossi ha portato avanti un progetto di selezione fenotipica dei biotipi, che in 15 anni ha portato all’individuazione delle viti di moscato con caratteristiche migliorative in termini di qualità e resistenza al marciume del grappolo. Progetto che è sfociato nella recente omologazione di due nuovi biotipi: MartiniRossi CVT G3 e MartiniRossi CVT G9, attualmente in fase di moltiplicazione delle gemme e che potrebbero essere disponibili per la commercializzazione nell’arco dei prossimi due anni.
In tema di mantenimento della biodiversità, con la fattiva collaborazione dei viticoltori locali, l’Osservatorio ha potuto recuperare e reimpiantare (in un apposito vigneto di proprietà di un conferente di Santo Stefano Belbo) tipologie di viti di moscato a rischio d’estinzione per la loro conservazione nel tempo. E infine impegnata nella tutela dell’ambiente da cambiamenti troppo repentini, sostenendo, per esempio, la prosecuzione dell’attività dei vigneti antichi, contribuendo finanziariamente al reimpianto di viti nuove in sostituzione di quelle morte.

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