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Italia Oggi

L’export non premia ... Su i quantitativi di vino, giù gli incassi... Crescono i quantitativi, ma calano gli incassi per l’export di vino italiano nel primo semestre 2009. Il consuntivo dei primi 6 mesi dell’anno, secondo le rilevazioni delll’Uiv (Unione Italiana Vini), rilevano, infatti, un aumento degli ettolitri rispetto allo stesso periodo del 2008 (736,155 milioni di litri contro i 700,362 milioni precedenti), ma un calo dei prezzi che da una media di 2,03 euro al litro passa a 1,76 euro al litro, scontando quindi un buon 13% dai listini. Fra i Paesi che presentano questa controtendenza vi sono alcuni fra i nostri principali partners europei come: Germania, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia, Austria e Danimarca. La Germania, rispetto a un incremento delle quantità di quasi l’11%, presenta uno dei listini più bassi passando da 1,34 euro al litro a 1,24, secondo solo ai paesi dell’Est che si collocano tutti fra 0,50 ed 1 euro al litro (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Lituania) e alla Francia, che sconta del 21% un già scarso 0,89 euro al litro (vino sfuso), toccando gli 0,71 centesimi. Quest’ultima, però, riesce a regalarci un incremento dei volumi del 47% rispetto all’anno prima. Per quanto riguarda i Paesi scandinavi, i prezzi superano la media del semestre, assestandosi intorno ai 2,60 euro al litro e i quantitativi crescono di un 9,6%. La Russia incrementa i volumi di un buon 36% così come, pure il Messico (33,7%), il Giappone (5,9%), l’Australia (17,7%) e la Nuova Zelanda (21% ). L’Austria, invece, scende a volume ma paga un 6% in più (da 1,75 passa a 1,96 euro al litro, fatturando 26 milioni di euro, quasi 2 in più degli stessi mesi del 2008). Pesantemente negative sono, invece, le nostre performance in Spagna, in Irlanda e nell’Europa Baltica. Quotazioni a parte, i dati di mercato vanno letti
positivamente per l’export italiano di vini. Innanzitutto, secondo l’Uiv, dopo il calo repentino di aprile rispetto al trimestre gennaio-marzo, maggio ha recuperato un po’ di terreno, segnando un record mensile sia in fatto di volumi esportati (1,7 milioni di hl) sia di valori (292 milioni di euro). Il secondo aspetto da considerare è la tenuta dei principali mercati di riferimento (eccezion fatta per il Regno unito che perde il 20%) e i risultati di quelli emergenti. Gli Usa, che, pur restando negativi, non vanno oltre il 3%, fatturando 798 milioni di euro per oltre 247 milioni di litri, contro performance di -13% registrate ad aprile. Ferma a volumi, con 60 milioni di litri, è la Svizzera, che però è uno dei pochi paesi che ha pagato di più i nostri vini rispetto all’anno scorso (+5% il prezzo medio al litro ). Ottimi i dati sul Nord America con il Canada in testa che, cresce in volumi (+2,2%) e fatturati (+2,6%). Segnali positivi anche dall’Oriente. Singapore cresce del 16%i in volumi e di quasi il 12% in valore; gli Emirati Arabi Uniti aumentano di quasi il 50% i quantitativi raggiungendo 1,3 milioni di litri e del 103% gli incassi, passando da 3,6 milioni di euro a 7,33 milioni di euro.

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