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Italia Oggi

La diplomazia anche nei vini ... Il mio sogno? Rendere l’azienda solida come una roccia... Trascorro il tempo libero tra il golf e le due ruote d’epoca... La vita di Andrea Sartori, presidente del gruppo vinicolo di famiglia e vicepresidente di Federvini... Il suo sogno è di lasciare alla prossima generazione l’azienda di famiglia solida come una roccia. Proprio per questo Andrea Sartori, presidente della Vini Sartori, nonché consigliere del Credito Veronese e vicepresidente Federvini, cerca nuove iniziative, nuovi approcci alla produzione di vini di sempre più alta qualità. Addirittura nuove acquisizioni, com’è stato per Montalbano, un’azienda friulana che produce vini biologici e che vorrà essere un ulteriore rafforzamento, sia in termini produttivi che economici, del gruppo vinicolo veronese. “Il futuro sarà impegnativo ma estremamente entusiasmante”, dice Sartori, “perché c’è sempre qualcosa da migliorare. La concorrenza è molta, i mercati esteri soffrono, ma per fortuna il mercato interno, almeno per noi, è in crescita del 20%. Bisognerà spingere ancora di più nella grande distribuzione, nelle enoteche, nella ristorazione”. Sartori ha iniziato a lavorare in azienda dall’età di 23 anni, dopo una formazione di studi negli Stati Uniti. La passione per tutti i vini rossi della Valpolicella e i vini veneti l’ha portato ad ampliare il raggio d’azione. Ad associarsi a un gruppo di cooperative, a guardare addirittura all’olio extravergine di oliva pur sapendo che questo non avrebbe influito sul giro d’affari. Sartori viene considerato una persona molto corretta, ma di lui stesso afferma di aver usato troppa diplomazia nella vita, anche se in famiglia pensano che voglia sempre avere l’ultima parola. Ha una visione del tempo un po’ particolare tanto da non portare l’orologio, ma sa sempre quando è il momento di andare in azienda, al mattino, presto, prima degli altri.
Amante della buona sartoria, abbina gli abiti di Coloc, ma anche di Ravazzolo e di Pai Zileri, a cravatte di Kermes e di Marinella. Tra le letture, “La vita di Martinetti, di Giordano Bruno Guerri”, afferma, mentre nel tempo libero pratica il Golf perché lo rilassa, lo “immerge” nella bellezza della natura. Per le moto d’epoca, dalle Guzzi alle Harley-Davidson, ha un’autentica passione ma gioisce anche per la Yamaha di Valentino Rossi. Gli piace la buona cucina dietro ai fornelli, soprattutto quella della sua immensa Villa Maria nella campagna veronese, che è anche la sede della Vinicola Sartori. Solo quando vuole stare solo si chiude in casa, stacca telefono e cellulare e per qualche ora il tempo gli sembra fermarsi. Ascolta qualche disco di Maria Callas che, lui, veronese, sente particolarmente vicina, “colpa” forse di una cultura lirica che gli deriva dall’abitare vicino all’Arena di Verona, forse il più bel palcoscenico all’aperto del mondo. Sposato da 21 anni, un figlio di 18 al quale, come detto, vorrà dare in eredità un’azienda sana e competitiva. Si dice interessato ad acquisire altre piccole aziende, se ci saranno le opportunità, e a investire ancor più nel vino biologico.
Viaggiare gli piace e fa anche parte del suo lavoro. Ha visto mezzo mondo ma è New York a entusiasmarlo. Nella metropoli statunitense si sente a casa, nonostante sia così diversa dalla sua Verona. Ma è nel verde della Valpolicella che ritrova i sapori più autentici. Ancor meglio quando visita i 40 ettari di vigneti in affitto e di proprietà, gli 80 dei conferenti storici e i 2.600 controllati grazie a un accordo con la Cantina di Colognola ai Colli.

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