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Italia Oggi

Mani straniere sui campi d’Italia ... Le imprese agricole, strozzate dalla crisi, a rischio land grabbing... Il crollo dei ricavi e la stretta creditizia fiaccano il comparto e attirano le avances degli speculatori... Il settore vitivinicolo non vive un bel momento. Un’analisi di Assoenologi dimostra che le quotazioni dei vigneti sono scese vertiginosamente. Nel Casalese, Ovadese e Tortonese un ettaro di vigneto vale fra i 30 e i 40 mila euro con una flessione del 15% rispetto al 2005; in Romagna, nella zona del Sangiovese, negli ultimi due anni, i vigneti hanno perso il 20% del loro
valorè, mentre nelle province di Modena e Reggio Emilia, un ettaro da Lambrusco oggi vali 50 e i 55 mila euro (-5% rispetto all’ultimo quinquennio). Un crollo del 30% nell’ultimo biennio, con quotazioni ad ettaro tra i 20 e i 25 mila euro interessa, invece, il Trapanese... ...Stretti tra l’aumento dei costi e il calo delle quotaziom all’origine, gli agricoltori affrontano un costante calo del reddito (-20% dal 2000 a oggi). A cui deve aggiungersi il forte indebitamento con le banche: le sofferenze bancarie in questi primi otto mesi del 2009 sono aumentate, così come le posizioni creditizie in difficoltà di rimborso (il rapporto fra sofferenze lorde/impieghi creditizi ha raggiunto il 31 agosto 2009 il 5,86%). Non solo. Un terzo dell’esposizione bancaria verso le imprese agricole è ancora di breve periodo; vi è, cioè, un concreto rischio che gran parte della cifra dovuta dalle imprese debba essere restituita alla scadenza alle banche, senza possibilità di essere consolidata o semplicemente rinnovata con nuovi prestiti. La morsa dell’indebitamento colpisce, poi, con maggior vigore le aziende meridionali, che oltre ad essere le più indebitate hanno anche valori di crescita della produzione agricola più bassi. A fronte di tutto ciò, dall’ultimo trimestre 2008 al 31 agosto 2009 si è registrata in Italia una forte decelerazione dei prestiti bancari. La dinamica dell’incremento su base annua dei finanziamenti alle imprese, ad agosto, era in frenata, pur registrando ancora segno positivo (+0,9%, contro il +9,16% di agosto 2008). E il credit crunch non faceva mancare i suoi effetti: gli impieghi creditizi in fine agosto valevano 37.849 milioni di euro, con un tasso di crescita in forte decelerazione, passando dal +6,2% del periodo agosto2007/agosto 2008 ad un aumento annuo del +2,7% al 31/8/2009. Tutti questi aspetti fra loro combinati espongono le aziende italiane a un concreto rischio di “land grabbing”, lo shopping di terreni condotto da investitori stranieri. A corto di guadagni e in grave difficoltà debitoria, gli agricoltori potrebbero essere costretti vendere al miglior acquirente. “Sicuramente è un fenomeno che può prendere piede anche da noi”, ha spiegato a ItaliaOggi Antonio Piva, presidente di Cremonafiere e della Libera associazione agricoltori di Cremona (Confagricoltura). “La situazione delle aziende è talmente grave che i produttori sono esposti a tutti i rischi. Molti di loro probabilmente saranno costretti a chiudere i battenti. E quindi per tutelare la propria impresa sono disposti a valutare tutte le possibilità”. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, importanti gruppi francesi (società fornitrici di energia elettrica) e tedeschi (costruttori di biogas), già hanno manifestato interesse per terreni italiani. Proposte che riguardano l’acquisto di terreni o l’affitto a 15-30 anni con pagamento anticipato. Per un costo a ettaro che va da 1.200 a 1.400 euro. Coldiretti, da parte sua, non teme fenomeni di “land grabbing” in senso stretto in Italia. Tuttavia rileva numerosi acquisti di terre da parte di imprenditori non agricoli, con conseguenti aumenti del prezzo dei terreni. Si tratta di un fenomeno che palazzo Rospigliosi stima attorno al 40% del mercato fondiario e che si somma alle frequenti acquisizioni straniere di terre e aziende agricole (specie in Toscana, Umbria e Marche) per scopi personali. Appezzamenti che vengono così sottratti ai produttori locali.

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