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Italia Oggi

Il consorzio Asti vuol ricucire con F.lli Gancia, e Bacardi ... Il Consorzio di tutela dell’Asti Docg è fiducioso di poter evitare lo strappo definitivo con F.lli Gancia e Martini & Rossi (gruppo Bacardi), le due aziende che la scorsa settimana avevano annunciato l’intenzione di sganciarsi dall’ente di tutela per poter attuare in autonomia una più incisiva attività di valorizzazione del prodotto e Paolo Ricagno del territorio da cui ha
origine in Italia e all’estero. “Sono dimissioni legate a problemi di commercializzazione”, spiega a ItaliaOggi Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di tutela dell’Asti Docg. “In discussione non c’è infatti l’operato del consorzio in quanto ente di tutela, visto che la nostra attività ha contribuito a garantire la stabilità del mercato e quotazioni certe delle uve (9,65 euro a miria, ossia per la cesta da 10 kg, nell’ultima vendemmia, ndr)”. Rappresentando circa 190 aziende, cui è riconducibile il 98% della produzione dell’Asti e del moscato d’Asti, il consorzio si è trovato in difficoltà nel conciliare esigenze opposte. Al suo interno coesistono operatori interessati a utilizzare l’Asti come prodotto civetta e imprese che invece puntano sulla qualità e sulla valorizzazione della sua immagine. “Come consorzio stavamo già lavorando in quest’ultima direzione”, prosegue Ricagno. “Le dimissioni di Gancia e Martini ci sono sembrate intempestive. E riteniamo che ci siano gli spazi perché rientrino. A gennaio presenteremo il nuovo progetto di valorizzazione dell’Asti e siamo fiduciosi di ottenere l’approvazione di tutti. Sarebbe veramente un peccato che Gancia e Martini si staccassero dal consorzio. E non perché rappresentano il 30% della produzione di Asti Docg e moscato d’Asti Docg, ma perché sono due marchi storici”.

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