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Italia Oggi

Carpenè Malvolti cambia look ... Pubblicità e sponsorizzazioni per promuovere le nuove etichette... Parla Antonio Motteran, direttore generale della casa vinicola. Fatturato da 22 mln di euro... Gli ultimi due anni sono stati di ferro per tutta l’economia. Il mondo del vino non è stato risparmiato. Calo dei consumi e divieti vari in Italia, concorrenza spietata e calo di vendite in molti mercati esteri. Come spesso accade, sono le grandi imprese quelle che sanno uscire prima dalla crisi, puntando su nuovi prodotti, affinando le strategie di marketing, cercando nuovi mercati di sbocco. Carpenè Malvolti è nel novero di queste imprese innovatrici. D’altronde, l’innovazione è nel dna della storica cantina di Conegliano, che, per prima, nel 1868, ha dato vita al Prosecco spumantizzato. Fino a oggi, la secolare tradizione aziendale si è basata sull’alta qualità e su una presentazione del prodotto classica, al limite della sobrietà, forte dei suoi 5,6 milioni di bottiglie vendute nel 2009, +3% rispetto al 2008 e con un fatturato di 22 milioni di euro, in linea con quanto realizzato nel 2008. Ma quest’anno la musica cambia, anche nel dorato mondo del Prosecco. Da aprile, infatti, il risultato della vendemmia 2009 delle colline di Conegliano e Valdobbiadene uscirà sul mercato non più con la tradizionale Doc, ma con la Docg. Un elemento di prestigio, certo, ma anche un esame su come il mercato potrà recepire il nuovo messaggio di qualità. E anche questo sarà un banco di prova per il leader di mercato. Ora serve una svolta: non tanto nei volumi e nei ricavi, che pure sono messi a bilancio per i prossimi anni, quanto per una rinnovata visione strategica della commercializzazione del prodotto, in Italia e nel mondo. “Vogliamo essere fra i protagonisti di questa nuova stagione”, afferma Antonio Motteran, dal 1996 in Carpenè Malvolti e dal 2003 direttore generale. “Vogliamo imprimere una nuova connotazione, con una maggiore forza distributiva sia nell’on trade sia nell’off trade”. Due le linee guida di questo rinnovamento. Ci sarà una totale rivisitazione delle etichette, che saranno più in linea con la nuova filosofia operativa dell’azienda, grazie al lavoro dello studio Di Robilant. Motteran per ora non svela il nuovo look del prodotto top di gamma, che sarà presentato ufficialmente in aprile al Vinitaly. Le etichette, dedicate al settore horeca, si distingueranno nettamente da quelle vendute nella grande distribuzione organizzata. Si tratta di un intervento che ha un duplice scopo: far conoscere meglio il prodotto al cliente finale, ma sensibilizzare anche il nuovo canale su cui Carpenè sta investendo molto, rispetto all passato: quello della ristorazione. Sarà avviata una nuova campagna pubblicitaria. In primo piano sarà riportata la scritta “Unico. Dal 1868.”, mentre sulla destra campeggerà, in verticale (anche questa un’innovazione) il nome dell’azienda. “Non sarà però una campagna classica”, assicura Motteran. “Se utilizzeremo i media tradizionali, lo faremo in forma nuova, così come saremo in televisione con sponsorizzazioni e presenze mirate. Useremo anche i nuovi media, da internet, a Youtube a Facebook”. Il costo dell’intera operazione? Motteran non si sbilancia, anche se non si sbaglia indicando un investimento compreso tra 500 mila e 1 milione di euro. Proseguirà anche l’innovazione di prodotto. A fianco della “corazzata” Prosecco, continueranno a essere commercializzati vitigni fino a oggi mai spumantizzati, come il rosé (Pinot nero all’85% e Raboso al 15%) uscito nel 2005, il Kerner nel 2006, il Promotico (da vitigno Pecorino della Maiella) nel 2007, il Viognier nel 2008 e l’impronunciabile Cserzegì ungherese nel 2009 (presto potrebbe cambiare nome e adottare il più facile Celeste). Il nuovo nato, anche questo top secret, sarà presentato al prossimo Vinitaly 2010.

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