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Italia Oggi

Busi presidente del Rufina ... Il consorzio del Chianti cambia guida, non politica... Il rinnovo dei vertici nel solco della continuità. Segnali di ripresa dal mercato Usa... Va avanti nel segno della continuità, il Consorzio Chianti Rufina che ha riconfermato, dopo tre anni, Giovanni Busi alla carica di presidente. I soci hanno dato la loro conferma e fiducia con l’apprezzamento per l’impegno e il lavoro svolti soprattutto in tema di promozione. “Nonostante il momento di crisi e la forte difficoltà delle aziende, è stato apprezzato il lavoro svolto in questi anni”, commenta Giovanni Busi che traccia il quadro della situazione che vive il vino toscano in questo momento. “Viviamo un periodo abbastanza difficile nel quale le vendite vanno a rilento. Un periodo nel quale manca anche la presenza del credito, da sempre parte fondamentale nella gestione delle imprese agricole”. Per quanto riguarda il mercato, “si registrano tiepidi segnali dagli Stati Uniti, mentre sono bloccati i mercati più tradizionali come la Germania o l’Inghilterra”. Quello che occorre fare in questo momento è puntare sulla promozione. “Dobbiamo mettere la Toscana sotto i rifiettori, dobbiamo valorizzare tutte le denominazioni presenti che sono il vero patrimonio della regione. Istituzioni e imprenditori sono obbligati ad agire in quanto in Toscana il comparto del vino è quello che soffre di più di altri. Il vino toscano era la bandiera nel mondo del bere made in Italy, dobbiamo tornare a esserlo e per fare questo dobbiamo valorizzare e rivitalizzare tutto il patrimonio delle nostre denominazioni”. Per tornare al successo, Busi accetta anche di ammettere qualche colpa. “In questi anni forse si sono commessi errori, abbiamo cercato il prodotto globale a scapito della tipicità. Adesso dobbiamo riportare l’attenzione al fatto che non si possono produrre soltanto grandi vini e imporre grandi prezzi. Dobbiamo rivedere i nostri costi interni anche con l’uso di una maggiore meccanizzazione, per essere più competitivi. Allo stesso tempo è necessario dare una maggior visibilità alle denominazioni per far capire che Chianti Classico, Chianti Rufina, Brunello sono tutti ottimi vini, validi, dove esiste una forte rispondenza tra prodotto e territorio, che insomma in vini toscani sono ancora oggi l’emblema del bere italiano”.

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