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Italia Oggi

Consumatore di scuola ... Il vinaio Cencio regna in un negozio polveroso della vecchia città. A detta di tutti, è il miglior vinaio. Quando andiamo a rifornirci, lui, con un sorriso da orecchio ad
orecchio lascia tutto e corre a servirci, di solito presentando una bottiglia ricca di ragnatele. Senti questa, è la fine del mondo.

Noi gli diciamo che ci fidiamo, ma lui non vuole storie, dobbiamo obbligatoriamente assaggiare e valutare, non dev’essere lui a dire se il vino è buono. Inizia così il rito: prende un bicchiere di cristallo, lo sciacqua ripetutamente, controlla controluce, poi ci versa la la fine del mondo e ci guarda estasiato mentre la beviamo.

Lei non deve venire nella mia bottegai perché ci conosciamo dall’asilo, ma perché ha la certezza di trovare qui il vino migliore. E più i clienti sono esigenti, più io divento bravo nel mio mestiere.

Invece la scuola non fa così - ci ha detto - l’ho verificato purtroppo un’altra volta ieri, quando sono andato a iscrivere alle medie mio figlio - lì nessuno si presenta col bicchiere di cristallo per farci assaggiare la fine del mondo. La scuola nessuno può valutarla, si valuta da sola, sarebbe come se io ti obbligassi a comprare il mio vino.

Ma perché non facciamo come in Svezia, il cui modello educativo è l’unico che ha dato risultati positivi in occidente?

Poi è logico che quelle scuole siano le prime al mondo, mentre le nostre veleggiano perennemente in fondo a ogni classifica. E badi che io credo nella scuola pubblica come in quella privata, secondo quanto stabilisce l’art. 33 della nostra Costituzione.

Il consulente lo sa come fanno, in Svezia: usano il voucher, un buono che dà ai genitori lo stesso potere che hanno col vino: di scegliere il migliore. Prima di iscrivere il figlio girano un po’, sentono gli esperti, eppoi si presentanc col voucher alla scuola prescelta.

Solo che, mentre per il vino devono ricorrere alle loro tasche, per la scuola provvedono le tasse: è lo Stato infatti che consegna il voucher al genitore.

La scuola dunque si faccia valutare. Altrimenti Cencio vuole una legge che obblighi la gente a comprare il vino da lui.

Valfrido Paoli, consulente del lavoro

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