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Italia Oggi

In aeroplano il vino vola basso ... Le compagnie aeree preferiscono società disposte a fare sconti... Indagine di ItaliaOggi. Con listini low cost impazzano aziende cilene, Usa e australiane... Volare in first class non è alla portata dei vini italiani. Almeno per quelli delle piccole aziende visto che troppo spesso sono le compagnie aree a dettare legge in termini di prezzo, quantità e condizioni. “Si riescono a piazzare i vini di chi riesce ad avere flessibilità di produzione, garantire le quantità richieste e, soprattutto, che si possono permettere di abbassare il prezzo fino quasi a venderlo sottocosto”, spiega a ItaliaOggi Maria Von Nicolai, responsabile in Italia di una società Usa che si occupa di fornire vini alle principali compagnie aree. “Spesso si tratta di benefici in termini di immagine, il vino viene servito e offerto a persone che hanno un’elevata capacità di spesa. Un aspetto, questo che le compagnie aree conoscono bene”. “Questo vale in particolare per le compagnie statunitensi che dettano condizioni che i piccoli non ce la fanno a rispettare come il dover fare una nuova etichetta per portare il vino in aereo o a vendere sottocosto”. La scelta di un vino da servire a clienti che spendono anche 3 mila dollari per un biglietto in first class avviene attraverso una sorta di degustazione a livello mondiale. “Una compagnia fa un tender, una richiesta per un tipo di vino, per un certo anno, il 2011 dove indicano tipo di vino, quantità e prezzo a bottiglia”. Una volta ricevute le varie offerte, avviene la degustazione, la prova in alta quota “perché dentro un cabina di aereo ci sono condizioni di ossigeno e di umidità particolari”, poi viene effettuata la scelta. “La selezione avviene anche tra 100 vini proposti. Il problema è che la fornitura deve essere garantita e un produttore deve bloccare la partita di vino almeno fino all’esito della gara. Se non lo prendono lo può vendere, se lo prendono deve immobilizzare quel vino fino a che non viene consegnato. E quindi sono costi di stoccaggio, problemi di spazio anche perché poi c’è da produrre quello nuovo”. Questo vale in generale. Le compagnie statunitensi sono quelle che guardano maggiormente al costo “chiedono sempre grandissimi sconti. Dopo l’11 settembre i costi sono stati tagliati ulteriormente. Ti portano a destinazione senza tanti servizi aggiuntivi. Una volta, in business, ho chiesto il calice di champagne che davano sempre ma mi hanno risposto che non c’era niente da festeggiare. Questo è il clima. Va un po’ meglio con le compagnie asiatiche dove diversa è la filosofia di accoglienza del passeggero”. In tutto questo, poi, i vini italiani, nati per essere bevuti durante i pasti, soffrono per la loro scarsa internazionalizzazione del gusto. “Vengono chiesti vini new world taste, fruttati, tondi come i cileni, gli australiani, gli stessi statunitensi. Vini anche costruiti, che costano poco, ma che il passeggero è contento di bersi mentre guarda un film nelle otto ore di volo. Un po’ diverso il discorso “con le compagnie europee dove si cercano ancora vini classici, della tradizione”. La conferma di questo arriva da Gianluca Bisol, dell’omonima azienda di Prosecco, un milione e mezzo di bottiglie complessivamente, 125 ettari di vigneto, che recentemente ha sottoscritto un accordo con Meridiana Eurofly per i voli internazionali. “Il discorso funziona quando è organizzata bene la comunicazione, il vino entra in contatto con un target alto”. “In generale chi si avvicina a una compagnia non lo fa per guadagnare, ma per comunicazione. Come hanno fatto i cileni che hanno soppiantato molti vini italiani in quanto hanno puntato in maniera sistematica sulle compagnie aeree per farsi conoscere”. Fresco di accordo, con Alitalia, il Chianti Colli Fiorentini, “Il Cortile” del Castello di Poppiano del conte Ferdinando Guicciardini. Da maggio a luglio sarà servito nella classe Magnifica dei voli a lungo raggio Alitalia. Il servizio prevede di far assaggiare ai viaggiatori i sapori delle cucine regionali. “Questa opportunità dà valore alle sottozone che rispetto al Chianti classico riescono a esprimere realtà interessanti per qualità di prodotti non da meno rispetto alle aree tradizionali”, commenta il conte Ferdinando Guicciardini. Per Frescobaldi, i cui vini volano con Meridiana Eurofly, Lufthansa, Singapore e Catay Airlines, e non con le statunitensi, “sono accordi che funzionano sia in termini commerciali, sia d’immagine”, sottolinea Tiziana Frescobaldi portavoce dell’azienda. “Comprano quantità di vino importanti a prezzi interessanti. Dipende, ovviamente, dall’accordo”.

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