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Italia Oggi

Per il vino è tempo di energie rinnovabili ... Il settore vinicolo approfitti della green economy, anche per far breccia tra i clienti... Nel corso del 2009, nonostante la recessione, i fondi di venture capital internazionali avevano investito a livello globale 5,6 miliardi di dollari (equivalenti a 4,09 miliardi di euro) nel settore completando ben 557 operazioni. A beneficiare di questa ondata di nuovi investimenti sono state soprattutto le start up e le imprese più innovative nelle tecnologie legate alle energie alternative ed all’efficienza energetica. Il 2009 è stato senza ombra di dubbio un anno difficile per chiunque cercasse capitali sul mercato. La crisi bancaria, accompagnata da un effetto leva inverso cioè di smobilizzo di posizioni, e la congiuntura economica hanno prodotto un effetto rarefazione sulla risorse finanziarie disponibili. Meno capitali per tutti. Eppure il settore delle energie rinnovabili ha saputo soffrire molto meno del contesto economico come testimoniano le cifre riportate nel rapporto recentemente rilasciato da Cleantech Media e Deloitte. Circa il 25% degli investimenti complessivi del venture capital realizzati nel 2009 in Nord America, Europa, Cina e India hanno interessato imprese attive nelle energie alternative, più di quanto raccolto da settori tradizionalmente amati da questa categoria di fondi quali il software o le biotecnologie. Nella seconda metà del 2009 si è anche registrata una crescita nella raccolta netta rispetto al 2008, anno meno colpito dalla crisi economica, con un incremento del 14% degli investimenti diretti delle grandi imprese delle energie pulite. Il settore di intervento preferito dagli investitori è stato quello del solare che ha interessato il 21% degli investimenti complessivi, in linea con gli anni precedenti e con le maggiori potenzialità di innovazione tecnologica non evolutiva possibili nel fotovoltaico. Quindi, se nel 2009, in piena recessione, a livello mondiale sono stati installati oltre 38 GW di eolico che, in termini di produzione elettrica ed il fotovoltaico dopo il boom del 2008, è sorprendentemente cresciuto del 20%, nel 2010 si dovrebbe tornare a incrementi significativi per l’intero comparto delle rinnovabili. Il settore vitivinicolo dovrebbe essere aperto e sensibile all’evoluzione verso produzioni da energie rinnovabili. Può utilizzare agevolmente, godendo di terreni e spazi, impianti fotovoltaici per produrre l’energia necessaria alla gestione dell’azienda in praticamente tutte le regioni vinicole italiane. In molte regioni, come la Sardegna, ben esposte meteo alla condizioni del vento, la produzione con impianti eolici è agevolmente percorribile, mentre la produzione di energia pulita da biomasse potrebbe essere pensata e gestita a livello collaborativi dai vari produttori di una zona vocata con impianti cogestiti. Adesso che la cosiddetta green economy sta iniziando a prendere forma, il settore vinicolo può approfittarne per dare il suo contributo ad una produzione energetica ecosostenibile e, contestualmente, per dotarsi di infrastrutture in grado di produrre un buon livello di autonomia nei fabbisogui energetici. Per un settore che gradisce essere associato nella testa dell’opinione pubblica come sensibile alle problematiche ambientali, l’argomento delle energie rinnovabili può essere ben più importante delle varie produzioni bio per fare breccia nel portafoglio dei clienti. Negli ultimi anni, tra i consumatori, una gran passione per il vino biologico non si è registrata in termini di acquisti, mentre rappresentare le aziende vinicole come presenti nella produzione di energia pulita può fare molto bene all’immagine di una etichetta.

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