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Italia Oggi

Nasce la società del Chianti sfuso ... Venderà il 20% del prodotto. Capurso: qualità e prezzo imposto. Nuova strategia del Consorzio di tutela. Obiettivo: trainare le vendite a prezzi remunerativi per i soci... Il vino, quello sfuso sceso sotto i 100 euro al quintale, non solo non è remunerativo, ma
non riesce a coprire neppure i costi di produzione. Ed allora il Consorzio Vino Chianti cerca di rialzare il prezzo dello sfuso con una società che commercializzi il 20% del vino sfuso prodotto dai soci. “Vogliamo che il vino sfuso, che sarà di alta qualità, vada sul mercato come richiamo per le vendita. A decidere il prezzo, che sarà remunerativo e terrà conto dei costi di produzione, sarà proprio questa nuova società”. A spiegare la filosofia della nuova realtà, “Progetto Chianti srl - Per lo sviluppo delle attività delle aziende associate al Consorzio Vino Chianti” è Nunzio Capurso, presidente del Consorzio. “Si tratta del primo processo di aggregazione in Toscana e pensiamo possa essere un progetto trainer per l’intera produzione qualificata di Chianti. Le aziende distributrici associate al Consorzio si impegnano ad acquistare dai soci un determinato quantitativo di prodotto, stabilito annualmente dal comitato di gestione e di rispettare il prezzo di acquisto nei confronti dei produttori determinato pure annualmente dal comitato stesso”. La nuova società, il cui atto costitutivo è stato firmato lo scorso 7 luglio, è partecipata dal Consorzio Vino Chianti e da Fidi Toscana spa. “L’obiettivo è favorire il raggruppamento, l’unione tra i produttori e i distributori”, continua Capurso. “La società nasce con lo scopo di fornire servizi prodotti finanziari per i nostri associati come il finanziamento per il rinnovo dei vigneti o per risolvere il grosso problema dell’accesso al credito, ma ha come compito anche quello di trovare una soluzione al mercato del vino sfuso, oggi in situazione precaria vuoi per la crisi che ha ridotto le vendite, vuoi per la parcellizzazione delle imprese che non riescono a imporre un prezzo sceso a livelli inferiori ai costi di produzione”.

“Progetto Chianti srl”, dunque, si pone come punto di incontro fra produttori e operatori della filiera, si occuperà della produzione e, soprattutto, del miglioramento qualitativo e distributivo del vino Chianti Docg, oltre che favorire i processi di aggregazione e di rafforzamento patrimoniale e finanziarie delle imprese”.

“Con la società si vuole ottenere un duplice effetto, quello di regolare l’immissione sul mercato del prodotto e quello di avere in vendita un prodotto di alta qualità. La società vuole essere l’indicatore del mercato del prodotto di qualità”, commenta Capurso. “Questa azione nasce per cercare di evitare decisioni come l’abbassamento delle rese per ettaro del 20%, una scelta che non premia nessuno, e soprattutto cerchiamo di non peggiorare la situazione e di non aumentare i costi. Abbiamo anche chiesto alla Regione di poter spostare, per i prossimi due anni, termino per la messa in vendita del vino dal 1° marzo al 1° giugno in modo da vendere il vino vecchio e tenere fuori dal mercato il nuovo per tre mesi”. Il Consorzio conta oltre 2.500 soci e una produzione di 600.000 ettolitri, il 60% della quale destinata ai mercati stranieri dove la Germania è al primo posto seguita dagli Stati Uniti.

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