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Italia Oggi

L’Italia imbocca la via aeroponica. Ma scopre anche la via idroponica ... ...Prende piede la tecnica colturale lanciata da Biospaces, mentre partono altre sperimentazioni... Pomette bene la prima esperienza di coltura idroponica, ovvero fuori suolo in substrato inerte irrigate con soluzione nutritiva, applicata a una specie arborea: la vite per uva da tavola, in corso nel barese nell’ambito di un progetto di ricerca cofinanziato dal Mipaaf e coordinato da Pietro Santamaria, ricercatore presso il dipartimento di scienze delle produzioni vegetali dell’Università degli Studi di Bari. “Delle sei varietà di uve da tavola che abbiamo trapiantato in serra cinque mesi fa”, spiega a ItaliaOggi Santamaria, “tre, tutte tradizionali, ovvero Vittoria, Black Magic e Red Globe, hanno risposto particolarmente bene, mentre dovremo lavorare ancora l’anno prossimo per migliorare i risultati delle specie apirene”. Sempre secondo Santamarìa, questo tipo di coltura, finora applicato con successo in Olanda e Spagna solo per la produzione di orticole, presenta ben dieci vantaggi rispetto alla viticoltura tradizionale. Fra questi il raggiungimento di una buona produttività della pianta già dal secondo anno, senza bisogno d’attendere il terzo, l’uniformità degli acini e dei grappoli, che consente di evitare l’acinellatura (eliminazione manuale degli acini insufficientemente sviluppati). Per non parlare dell’economicità dell’impianto rispetto a quello tradizionale. La densità delle piante può salire a una al mq invece che una ogni 2-2,5 mq, consentendo di raggiungere una resa di 40 tons di uva/ha. La coltura idroponica non comporta poi alcun costo di preparazione del terreno (con un risparmio anche di 30 mila euro/ha).

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